Stati Uniti, pignoramenti in crescita in tre città su quattro

I pignoramenti sono cresciuti in tre città statunitensi su quattro durante il primo semestre dell’anno. A trarre questa conclusione è stata la RealtyTrac, che ha pubblicato i propri monitoraggi periodici, sancendo che la determinante principale che ha provocato questo nuovo, ennesimo rimbalzo nel numero dei pignoramenti è stata una condizione complessiva del mercato del lavoro non certo ottimizzante.

Vi sono inoltre alcune aree metropolitane in grado di siglare dei veri e propri record negativi. È il caso di Baltimore e Albuquerque, nel quale il numero di proprietà immobiliari coinvolte in procedimenti di pignoramento è più che raddoppiato rispetto al volume riscontrato nel corso dello stesso periodo dell’anno precedente. Incrementi maggiori del 50% anche a Salt Lake City, a Savannah e ad Atlantic City.

Come detto, la causa principale di questa evoluzione è indicata da tutti i principali analisti nelle attuali condizioni del mercato del lavoro. Il tasso di disoccupazione è infatti calato al 9,5%, un livello ancora troppo basso per poter garantire un rinnovamento delle transazioni nel mercato immobiliare.

Stati Uniti, erogazioni mutui in calo del 4,4%

Un indice di riferimento nel calcolo e nel monitoraggio delle erogazioni di finanziamenti immobiliari è calato di 4,4 punti percentuali durante la settimana terminata il 23 luglio 2010 (l’ultima alla quale è possibile riferire un report puntuale), a causa di un incremento dell’onerosità dei finanziamenti a lungo termine, che ha resto meno convenienti le operazioni di rifinanziamento di precedenti mutui.

L’indice cui ci riferiamo è quello calcolato settimanalmente dalla Mortgage Bankers Association, la quale ha annunciato che i rifinanziamenti di mutui già in corso di ammortamento sono calati di 5,9 punti percentuali rispetto alla settimana precedente, che aveva tuttavia rappresentato un picco storico annuale; i mutui per acquisto di una casa sono invece cresciuti di 2 punti percentuali nello stesso periodo di riferimento.

Rifinanziamenti e mutui per acquisto casa sembrano pertanto proseguire su due strade differenti; i primi erano stati rinvigoriti da un rinnovato calo dei tassi di interesse che avevano reso molto convenienti le sostituzioni di finanziamenti a condizioni economiche “vecchie”; i secondi invece sono rimasti pressochè indifferenti al basso livello dei tassi di interesse, subendo invece le pressioni negative dell’esaurimento del beneficio fiscale riservato dal governo agli acquirenti di una prima casa.

Stati Uniti, prezzi in crescita oltre le previsioni

I prezzi delle proprietà immobiliari in 20 città degli Stati Uniti assunte come riferimento dall’indice di Standard & Poor / Case – Shiller, sono cresciute oltre le aspettative durante il mese di maggio (l’ultimo al quale è riferibile una rilevazione ufficiale da parte dell’istituto), come diretta conseguenza del termine delle richieste del beneficio governativo, che ha momentaneamente compresso le vendite.

L’indice che misura il valore commerciale delle proprietà oggetto di compravendita è infatti incrementato di 4,6 punti percentuali rispetto al mese di maggio 2009, per l’incremento più sostanzioso, su base annua, dal mese di agosto del 2006. Contemporaneamente, un altro report relativo allo stesso periodo rilevava un calo della fiducia dei consumatori a un livello minimo dal mese di febbraio 2010.

Come già anticipato in apertura del nostro post, la determinante principale sembra potersi risalire alla scadenza del termine utile per richiedere il beneficio fiscale predisposto dal governo per gli acquirenti di una prima casa. Era infatti stato stabilito nella giornata del 30 aprile il giorno ultimo per proporre domanda di riconoscimento del bonus fiscale di 8 mila dollari in favore di questa categoria di investitori immobiliari.

Stati Uniti, vendite di nuove case a giugno oltre le attese

Le vendite di nuove proprietà immobiliari ad uso abitativo durante il mese di giugno, negli Stati Uniti, sono cresciute oltre le attese, superando così il brusco picco negativo toccato nel precedente mese di maggio, quando il numero delle nuove case vendute crollò di oltre 30 punti percentuali, significando l’effetto prorompente della scadenza del beneficio utile per ottenere il bonus governativo per l’acquisto di una prima casa.

Gli acquisti di nuove case sono invece cresciuti di 24 punti percentuali a giugno rispetto al mese di maggio, per un volume annualizzato pari a 330 mila unità, come conferma una stima compiuta dal Dipartimento del Commercio. I bassi tassi di interesse hanno certamente aiutato a ravvivare la domanda, contribuendo a stabilizzare un’industria ancora duramente colpita dagli strascichi dell’ultima crisi nazionale.

Secondo quanto comunicava Bloomberg fino a pochi giorni fa, invece, le vendite di nuove case non avrebbero potuto superare quota 310 mila unità in termini di volume annualizzato, con una proporzione di sviluppo rispetto al mese precedente pari a 3,3 punti percentuali. Il range ampio di analisi era invece stimato da un minimo di 260 mila unità a un massimo ottimista pari a 360 mila unità.

Regno Unito, Hometrack scommette su prezzi case in calo

I prezzi delle proprietà immobiliari del Regno Unito sono calati, durante il mese di luglio, per la prima volta durante gli ultimi quindici mesi. Secondo una breve analisi recentemente pubblicata dalla società di consulenza di settore Hometrack Ltd., sarebbe principalmente la conseguenza della riduzione del budget governativo per la spesa pubblica, e dell’incremento nel numero di persone che in queste settimane stanno cercando di vendere la proprie proprietà immobiliari.

Il prezzo medio di una proprietà ad uso abitativo in Inghilterra e in Galles è così calato di 0,1 punti percentuali rispetto al mese di giugno, a quota 158.700 sterline (circa 245 mila dollari, al cambio attuale). I valori delle proprietà immobiliari nell’area metropolitana della capitale londinese avrebbero inoltre subito una flessione ancora più consistente della media nazionale, con una contrazione di 0,2 punti percentuali, sebbene – su base annua – i prezzi siano cresciuti del 2%.

Bulgaria, rallenta calo dei prezzi delle case

Il prezzo medio di una proprietà immobiliare ad uso residenziale in Bulgaria è continuato a calare durante il secondo trimestre del 2010. I dati ufficiali, confrontati con le performance dei trimestri precedenti, forniscono tuttavia anche una seconda informazione importante: la flessione dei valori commerciali delle case del Paese europeo avrebbe infatti subito un rallentamento rispetto ai tre mesi di inizio 2010.

Gli elementi diffusi dall’Istituto Nazionale di Statistica sostengono infatti che i prezzi di una proprietà immobiliare residenziale nel Paese hanno subito una diminuzione di circa 0,8 punti percentuali durante il secondo trimestre dell’anno, contro una flessione di 2,3 punti percentuali che lo stesso Istituto Nazionale di Statistica aveva rivelato nel corso del precedente trimestre.

Su base annua, la flessione è invece stata pari a 9,7 punti percentuali, dimostrandosì così più grave rispetto alla contrazione su base annua rilevata nel corso del primo trimestre, quando i prezzi subirono un decremento medio di 7,8 punti percentuali.

Cina, il boom immobiliare verso la fine?

I prezzi delle proprietà immobiliari ad uso abitativo in Cina potrebbero diminuire fino a 30 punti percentuali, mentre la crescita della produzione interna lorda del Paese asiatico potrebbe scendere al di sotto degli 8 punti percentuali. Quanto sopra, potrebbero essere le conseguenze dirette delle azioni intraprese del governo, che sta esercitando ingenti sforzi nel tentativo di raffreddare il mercato immobiliare e la straordinaria crescita dei prezzi.

Ad effettuare le considerazioni di cui sopra è stata, negli scorsi giorni, la società Nikko Cordial Securities Inc., che riporta i forecast del Consiglio di Stato, il quale prevede che i prezzi delle porprietà immobiliari ad uso abitativo subiranno una flessione di almeno 20 punti percentuali nel corso dei prossimi mesi.

Il governo cinese, sostengono invece altre osservazioni provenienti dal Giappone, stimerebbe delle flessioni dei prezzi delle case di almeno 30 punti percentuali, con un impatto macroeconomico che tuttavia sarebbe molto limitato, e non in grado di contrarre il ritmo di crescita economico del Paese al di sotto dell’8%.

Hong Kong, previsioni di crescita per i prezzi delle case di lusso

I valori delle proprietà immobiliari ad uso abitativo di lusso ad Hong Kong cresceranno fortemente durante la seconda parte dell’anno, sviluppandosi ad un ritmo che non sarà lontano dai 10 punti percentuali entro la fine del 2010. A sostenerlo è una recente ricerca condotta dalla società di consulenza Jones Lang LaSalle, fiducioso che la vendita di un’importate area edificabile a Peak possa incrementare la fiducia degli investitori nel real estate locale.

I prezzi delle proprietà immobiliari ad uso abitativo di maggior pregio sono già cresciuti di 10 punti percentuali nella prima metà dell’anno, supportati principalmente da un basso livello dei tassi di interessi. La bassa onerosità del ricorso ai finanziamenti sarà una delle determinanti che permetterà ai valor idelle case di crescere anche nel corso della seconda parte del 2010, insieme ad una serie di altri fattori endogeni.

Tra questi, la scarsità nell’offerta di questo particolare segmento del mercato immobiliare dell’area asiatica, e lo sviluppo dei principali dati economici fondamentali.

Regno Unito, erogazioni mutui in calo a giugno

Le erogazioni di finanziamenti immobiliari da parte degli istituti di credito del Regno Unito sono calate ancora, durante il mese di giugno. A condizionare fortemente l’andamento di questo dato è stata l’ennesima restrizione creditizia da parte delle banche d’oltre manica, e una maggiore sfiducia nei confronti del futuro, che hanno penalizzato la domanda di acquisizione di proprietà immobiliare ad uso abitativo.

A trarre le considerazioni di cui sopra è stata, nel suo monitoraggio periodico, la Bank of England. Sondando il terreno delle operazioni di finanziamento dei principali sei istituti di credito dell’area (Banco Santander SA, Barclays Plc, HSBC Holdings Plc, Lloyds Banking Group Plc, Nationwide Building Society and Royal Bank of Scotland Group Plc), l’istituzione monetaria ha dedotto che nel sesto mese del 2010 sono stati erogati 48 mila mutui, contro i 51 mila del mese di maggio.

Nel comunicato stampa, la Bank of England sostiene inoltre che “la domanda ha continuato ad essere limitata dalle restrizioni creditizie sul fronte dei mutui” e che “guardando al futuro, i principali istituti di credito del Regno Unito si attendono una domanda pressochè stabile per il resto dell’anno, riflettendo parzialmente la debolezza della fiducia riscontrabile tra i potenziali acquirenti di una casa”.

Stati Uniti, nuovo calo nelle attività dei cantieri

Gli avvii di nuovi lavori di costruzione di proprietà immobiliari ad uso abitativo nei cantieri degli Stati Uniti, durante il mese di giugno, sono calati ai minimi livelli dal mese di ottobre. Le cause principali, sostengono le principali osservazioni, sono da riferirsi a un brusco rallentamento nel trend delle vendite, e alla scadenza del beneficio fiscale predisposto dall’amministrazione governativa per gli acquirenti di una prima casa.

Su un volume annualizzato, infatti, nel mese di giugno sarebbero stati avviati cantieri per la realizzazione di circa 549 mila nuovi appartamenti, con una flessione che rispetto al precedente mese di maggio sarebbe stata contenuta in 5 punti percentuali. A sostenerlo, in un report pubblicato pochi giorni fa sui principali media americani, è stato il Dipartimento del Commercio di Washington.

Come già ricordato, il calo nelle attività dei cantieri statunitensi è stato avviato con la scadenza del supporto governativo. Un fatto che dimostra come il mercato immobiliare nordamericano sia particolarmente debole, e come non riesca a riprendere una strada di un coraggioso sviluppo senza la presenza di un sostegno da parte delle amministrazioni federali o statali, essenziale in questa fase post-recessiva.

Regno Unito, prezzi offerta in calo per la prima volta nel 2010

I proprietari  di unità abitative nel Regno Unito hanno abbassato le proprie pretese in termini di prezzi per la prima volta dall’inizio del 2010 durante il mese di luglio. Ad effettuare tale rilevazione è stata, negli scorsi giorni, Rightmove Plc, secondo cui è altamente probabile che i venditori immobiliari proseguano in tale trend anche per il resto dell’anno in corso, e forse altresì per la prima parte del 2011.

I prezzi all’offerta sono infatti diminuiti di 0,6 punti percentuali a 236.332 sterline e, secondo la compagnia di consulenza, scenderanno di altri 7 punti percentuali durante la seconda metà dell’anno, cancellando gli incrementi riscontrati durante la prima parte del 2010. Nella capitale Londra, il costo di una casa è invece calato di 1,7 punti percentuali, per una contrazione guidata da alcuni dei distretti più cari, come quelli di Chelsea e di Kensington.

Ad ogni modo, lo scenario dei prossimi mesi dovrebbe essere caratterizzato da nuove ristrettezze creditizie che abbasseranno ulteriormente la domanda immobiliare, e da una fornitura di case che invece rimarrà su livelli piuttosto elevati: Nationwide Building Society stima infatti che sul mercato immobiliare finiscano ogni settimana circa 30 mila nuove case, che rappresenta un volume triplo rispetto al numero dei mutui concessi.

Case di proprietà, diminuisce il costo della vita negli USA

La lenta, lentissima, ripresa economica statunitense sta conducendo a un decremento del costo della vita per i proprietari di casa del più grande Paese nordamericano. Secondo quanto rivelano alcuni report pubblicati nel corso degli ultimi giorni, infatti, il costo della vita è calato a giugno per il terzo mese consecutivo, come principale conseguenza di un tasso di inflazione da tempo pressochè stabile o in lieve contrazione.

L’indice che misura la variazione dei prezzi al consumo è infatti diminuito di 0,1 punti percentuali a giugno, dopo un calo di 0,2 punti percentuali riscontrato nel precedente mese di maggio. I venditori stanno offrendo dei forti sconti per mantenere un quantitativo di vendite in valore assoluto soddisfacente, e liberare nel contempo il magazzino dalle giacenze accumulate nel corso degli ultimi mesi.

Il mercato del lavoro fatica a riprendersi, e gli effetti sono molteplici anche sul fronte immobiliare. Su uno di questi abbiamo avuto modo di soffermarci più volte nell’ultimo anno (e continueremo a farlo): i pignoramenti immobiliari stanno infatti crescendo a ritmi record, e nel 2010 verrà probabilmente battuto il precedente record dell’anno precedente, quando gli espropri di case giunsero a livelli drammatici.

Taiwan, i prezzi delle case potrebbero calare del 10%

I prezzi delle proprietà immobiliari ad uso abitativo non nuove nell’area di Taiwan potrebbero diminuire di altri 10 punti percentuali nella seconda metà dell’anno, dopo che la Banca Centrale locale ha dichiarato alle istituzioni finanziarie di assumere immediati provvedimenti per prevenire atteggiamenti speculativi nel Paese asiatico. A sostenerlo, un recente report curato da Citigroup Inc.

Secondo le considerazioni dell’istituto di credito che ha effettuato l’analisi, le valutazioni di cui sopra dovrebbero avere delle conseguenze negative soprattutto sul mercato secondario, su quella parte del mercato immobiliare che – in altri termini – è relativo alla compravendita di proprietà abitative non nuove, per le quali sono da realizzare alcune considerazioni specifiche alternative rispetto alla generalità delle transazioni.

L’intento della Banca Centrale del Paese asiatico è d’altronde ben chiaro: evitare che il credito bancario diventi troppo “facile”, e che un’esplosione delle operazioni nel settore immobiliare possa in qualche modo portare su livelli elevati e ingestibili i prezzi delle case; le domande di mutuo sono in effett ischizzate su soglie record, incentivate dai bassi tassi di interesse di riferimento da parte dell’autorità monetaria.

Regno Unito, i prezzi delle case stimati in flessione

I prezzi delle proprietà immobiliari ad uso abitativo nel Regno Unito subiranno una flessione tendenzialmene graduale fino al 2012. Le motivazioni alla base di questa considerazione, effettuata ad opera di Capital Economics, sono riferibili alla previsione di condizioni creditizie ancor più stringenti, e alla riduzione della spesa pubblica nel settore oggetto di cvalutazione.

La società di consulenza ritiene pertanto che i prezzi delle proprietà immobiliari ad uso abitativo subiranno una flessione di cinque punti percentuali nel corso del 2010, e di dieci punti percentuali per ognunog dei prossimi due anni. Per quanto riguarda invece il 2012, non è affatto scontato che possa esser stimata una ripresa, perchè – sostiene ancora la società – i forecast sul triennio sono altamente incerti.

Sembrano così definitivamente spente le speranze di chi riteneva che il mercato immobiliare del Regno Unito avrebbe conseguito una significativa ripresa già nel corso del presente 2010, forse forte di qualche timido segnale di rirpesa che ha contraddistinto i primissimi mesi.