Affitti: Milano è tra le meno care in Europa

 Se affittare una casa a Milano, rispetto al resto d’Italia, comporta maggiori costi rispetto a tanti altri grandi centri del nostro Paese, lo stesso non dicasi se il confronto viene fatto con il resto d’Europa e con le altre grandi città del mondo. Al riguardo, infatti, la Camera di Commercio di Milano ha condotto un’indagine basandosi sugli ultimissimi dati, aggiornati allo scorso mese di dicembre,  dell’Economist Intelligence Unit. Ebbene, dall’elaborazione dell’Ente camerale è emerso che, su un totale di 32 grandi centri europei, Milano nella classifica delle città più care si trova solamente al 20-esimo posto. In ogni caso, rispetto alla stessa indagine condotta dalla Camera di Commercio di Milano lo scorso anno, il capoluogo lombardo perde qualche posizione in termini di convenienza, visto che in precedenza Milano si trovava al 22-esimo posto.

Bulgaria, costruzione di appartamenti in calo del 6%

Che il mercato immobiliare dell’Europa Centro-orientale non stia attraversando un momento eccessivamente sereno era ben noto. I dati che vengono ora pubblicati dai rispettivi Istituti Nazionali di Statistica dimostrano tuttavia delle consistenze piuttosto preoccupanti nella flessione del numero di compravendite e, d’altra parte, nel numero di nuovi appartamenti realizzati nel corso degli ultimi mesi.

L’Istituto bulgaro ha infatti decretato che durante l’ultimo trimestre del 2009 il numero di edifici adibiti ad uso residenziale, realizzati nel periodo di tempo ora considerato, è diminuito dell’1,7% rispetto a quanto venne riscontrato nello stesso arco trimestrale dell’anno precedente. Ancora più netta è la flessione del numero di appartamenti inclusi in tali edifici, il cui volume si è contratto di sei punti percentuali rispetto al periodo di riferimento datato 2008.

Come se non bastassero i dati in flessione sopra ricordati, l’Istituto Nazionale di Statistica ha anche segnalato che la contrazione del numero di nuovi metri quadri ad uso abitativo predisposti negli ultimi tre mesi del 2009 ha subito una riduzione ancor più forte, con una diminuzione del 9,3% rispetto agli ultimi tre mesi del 2008.

Stati Uniti, compromessi acquisto casa in forte calo

Durante il primo mese del nuovo anno un numero fortemente in calo di cittadini statunitensi avrebbe concluso un contratto preliminare di compravendita di una proprietà immobiliare ad uso abitativo non nuova, segnalando pertanto l’esaurimento dei benefici effetti della precedente estensione del periodo di sfruttamento del beneficio fiscale previsto a favore degli acquirenti di una prima casa.

Stando ai dati comunicati da Washington ad opera della National Association of Realtors, infatti, l’indice che misura il volume di preliminari di vendita siglati nel mese considerato è calato del 7,6% su base annua, dopo una crescita dello 0,8% riscontrata dalla stessa Associazione durante il mese di dicembre del 2009, e confermata dalla successiva pubblicazione dei dati consolidati per l’ultimo periodo dello scorso anno.

Secondo opinione diffusa tra gli analisti, questa nuova contrazione sta evidenziando le difficoltà del mercato immobiliare degli Stati Uniti a uscire definitivamente dal centro della peggior recessione attraversata fin dalla crisi degli anni ’30, mostrando – di fianco a questo calo nelle firme dei preliminari di vendita di inizio anno – anche una flessione inattesa nel numero di acquisti di nuove e esistenti proprietà ad uso abitativo.

Stati Uniti, indice concessione mutui in crescita del 15%

Stando al report recentemente pubblicato dalla Mortgage Bankers Association, l’indice che misura il volume delle erogazioni di finanziamenti immobiliare ipotecari negli Stati Uniti sarebbe cresciuto del 15% durante la scorsa settimana: si tratta del primo incremento avvenuto nel corso dell’ultimo mese, imputabile principalmente al buon livello dei costi sui finanziamenti per tale scopo, che hanno rilanciato sia gli acquisti che le transazioni di rifinanziamento.

Dell’incremento del 15% riscontrato dall’Associazione dei banchieri, occorre tuttavia scindere una prestazione superiore alla media (+ 17%) imputabile alle operazioni di rifinanziamento di mutui già in corso di ammortamento presso lo stesso o altri istituti di credito rispetto a quello erogante, e una prestazione inferiore alla media – ma in ripresa – (+ 9%), relativa alle operazioni di acquisto di una proprietà immobiliare ad uso abitativo.

Alcuni altri studi recenti hanno riportato dati sulla vendita di nuove e esistenti case in forte calo nel mese di gennaio 2010: un’analisi che ha fatto temporaneamente temere che la ripresa del mercato immobiliare statunitense si fosse fermata; tuttavia i dati relativi al mese di febbraio (sono in fase di diramazione quelli ufficiali) sembrano invece smentire questi timori, con la conseguenza che il mese di gennaio è stata, almeno per il momento, una breve pausa di riflessione.

Investimenti immobiliari in Cina battono gli USA

Secondo una recentissima ricerca condotta da Cushman & Wakefield, gli investimenti nel mercato immobiliare cinese avrebbero superato quelli effettuati sul concorrente statunitense, permettendo così al Paese asiatico di potersi collocare al primo posto tra le realtà più importanti sul fronte real estate internazionale. Una posizione che, sempre secondo gli analisti di Cushman & Wakefield, la Cina dovrebbe poter mantenere agevolmente anche nel 2010, grazie a una invidiabile spinta economica.

Gli investimenti nel mercato immobiliare cinese sono più che raddoppiati nel 2009 a 156,2 miliardi di dollari; nello stesso periodo, gli investimenti nel real estate statunitense sono calati del 64%, fermandosi a “soli” 38,3 miliardi di dollari, come confermato dal broker newyorkese in un recente comunicato stampa descrittivo.

Oltre ad aver perso il primato come mercato immobiliare con il maggior volume di investimenti nel mondo, escludendo il segmento residenziale il mercato immobiliare del Paese nordamericano è stato sorpassato non solamente dalla Cina, ma anche dal Regno Unito: di conseguenza, l’ex “big” del real estate mondiale si è dovuto accontentare del gradino più basso del podio.

Londra, aumento record prezzi case di lusso

Knight Frank LLP ha pubblicato recentemente il proprio periodico studio sull’andamento dei prezzi delle proprietà immobiliari ad uso abitativo nell’area centrale di Londra, per ciò che concerne l’esclusivo segmento relativo alle case con un valore superiore al milione di sterline, e definite pertanto dalla società di consulenza di real estate come delle ville o degli appartamenti di categoria “lusso”.

Per la società, il valore di queste case prestigiose sarebbe cresciuto del 17% nel mese di febbraio 2010 rispetto al prezzo medio conseguito nello stesso periodo del 2009: un incremento molto significativo, che ha fatto gioire parte degli operatori del settore, e che si dimostra essere l’aumento più corposo degli ultimi due anni, da quel mese di marzo del 2008 che rappresentò il picco raggiunto dal mercato immobiliare londinese nel segmento del lusso.

Gli analisti attendevano un’accellerazione dei prezzi delle case di lusso rispetto al valore conseguito nel mese di gennaio, quando i prezzi crebbero dell’11,5% rispetto al periodo di confronto precedente. Ad oggi, i valori medi delle case di lusso a Londra sono ancora inferiori del 10% rispetto al massimo prezzo raggiunto nel marzo del 2008, ma gli analisti attendono la riduzione del gap al di sotto della doppia cifra già nel corso del mese di marzo del 2010.

Stati Uniti, ecco le dichiarazioni di Warren Buffett

Attese come ogni anno, qualche giorno fa sono state pubblicate le considerazioni di Warren Buffett sul futuro del mercato immobiliare statunitense nel segmento residenziale. Considerazioni contenute in una lettera che l’uomo d’affari americano ha inviato, come ogni anno, agli azionisti della Berkshire Hathaway, compagnia del Nebraska del quale Buffett è chairman e chief executive officer.

Buffett ha in sintesi dichiarato che a suo parere il mercato del real estate residenziale americano continuerà a calare per tutto il 2010, e – sebbene in maniera meno insistente rispetto al periodo recente – anche per gran parte del 2011. Nella sua lettera annuale il miliardario americano è infatti stato piuttosto esplicito, sostenendo che entro circa un anno “i problemi del mercato residenziale dovrebbero essere ampiamente dietro di noi”, con i “prezzi che rimarranno lontani dai livelli della “bolla””, anche se “per ogni venditore colpito da ciò, vi sarà un acquirente che ne trarrà beneficio”.

Regno Unito, nuova previsione sui prezzi delle case

Secondo una recentissima pubblicazione della Royal Institution of Chartered Surveyors, i prezzi delle proprietà immobiliari del Regno Unito quest’anno non diminuiranno di entità: a supportare le convinzioni dell’istituto, la presunzione che i tassi di interesse di riferimento rimarranno su bassi livelli, e che il mercato immobiliare dell’area soffrirà di una scarsità nell’offerta dei prossimi mesi dell’anno.

Il gruppo di ricerca londinese ha infatti dichiarato come “con l’offerta di case ancora ristretta e i tassi di interesse su basse soglie, è improbabile che i prezzi caleranno ancora in maniera significativa”. La Royal Institution of Chartered Surveyors ha inoltre dichiarato come le attività del settore immobiliare rimarranno piuttosto contratte per l’intero anno, con conseguente ripresa del mercato piuttosto lenta, in particolar modo nelle aree fuori dalla metropoli londinese e nella zona sud orientale.

Il report della Royal Institution of Chartered Surveyors contrasta pertanto con le recenti dichiarazioni di Kate Barker, della Bank of England, per la quale il mercato immobiliare potrebbe presto vedere dei discreti aggiustamenti in virtù delle differenti scelte in materia di politiche creditizie adottate dai singoli istituti di credito.

Regno Unito, delibere mutui ai minimi da 8 mesi

Nel Regno Unito gli istituti di credito hanno approvato un quantitativo di mutui ipotecari mai così basso degli ultimi otto mesi. Si tratta di un passo indietro che ha sorpreso la maggioranza degli economisti, che pur attendendosi una contrazione nelle concessioni di finanziamenti immobiliari garantiti da parte delle banche britanniche, stimavano una contrazione nettamente inferiore rispetto a quella avvenuta nella realtà.

I dati sono stati pubblicati pochi giorni fa dalla massima istituzione monetaria locale, la Bank of England, secondo la quale gli istituti di credito del Regno Unito avrebbero approvato l’erogazione di 48.198 finanziamenti immobiliari ipotecari destinati all’acquisto di una proprietà ad uso abitativo, contro le oltre 58.200 unità approvate nel mese di dicembre, e stime medie degli analisti compresi tra i 49 mila mutui e i 51 mila mutui.

La Bank of England non ha mostrato grandi segni di sorpresa nel commentare questi dati, ricordando come il mercato immobiliare continuerà ad affrontare nuovi aggiustamenti in virtù delle differenti politiche creditizie assunte dalle singole banche britanniche, e come sia veramente difficile poter esprimere delle considerazioni sul futuro a breve termine dello scenario con un ragionevole grado di certezza.

Stati Uniti, prosegue il forte calo nelle vendite di case usate

La National Association of Realtors rivela che durante il mese di gennaio 2010 il numero delle case non nuove vendute negli Stati Uniti sarebbe crollato oltre le attese degli analisti (parte dei quali attendeva addirittura un’inversione di tendenza), con un ritmo del 7,2% che rappresenterebbe – al di là del disastroso mese di dicembre 2009, quando le vendite calarono del 16,2% – il record negativo riscontrato nell’area.

Stando ai dati comunicati dalla NAR, infatti, il volume annualizzato delle compravendite di proprietà immobiliari non nuove sarebbe diminuito a quota 5,05 milioni di unità, contro previsioni degli analisti comprese tra un minimo di 5 milioni e un massimo di 6 milioni di unità, ma con una convergenza intorno ai 5,4 milioni di contratti.

Sembra inoltre piuttosto ovvio, dall’analisi preliminare di questi dati, che il beneficio fiscale predisposto dall’amministrazione governativa non sia in grado di supportare, senza l’ausilio di altri mezzi di sostegno, le attività del mercato immobiliare. L’estensione dell’incentivo di 8 mila dollari a favore degli acquirenti di una prima abitazione ha infatti mantenuto su discreti livelli gli acquisti nella seconda metà del 2009, ma inizia a esaurire i propri effetti positivi in maniera oramai piuttosto significativa.

USA, vendita nuove case inaspettatamente in ribasso

Le vendite di nuove proprietà immobiliari ad esclusivo uso abitativo negli Stati Uniti sono inaspettatamente diminuite durante il mese di gennaio 2010, giungendo a un livello mai così basso nella storia: gli acquisti di nuove case sono infatti diminuiti dell’11% su base annua, toccando un volume annualizzato pari a 309 mila unità nel corso del mese ora oggetto di considerazione su Io Compro Casa.

Il dato rilevato con riferimento al mese di gennaio mostra un significativo gap rispetto a quanto atteso dagli analisti americani, che avevano puntato su quota 350 mila unità quale volume annualizzato più probabile per ciò che concerne il livello delle vendite delle nuove proprietà immobiliari ad uso abitativo a inizio 2010.

Sempre secondo le prime considerazioni apparse sulla stampa locale, questo sarebbe un chiaro segnale di come l’estensione del beneficio fiscale da parte dell’amministrazione Obama (8 mila dollari a favore degli acquirenti di una prima casa) non sarebbero, da soli, sufficienti a supportare una ripresa del mercato immobiliare più duratura di quella appena osservata.

Regno Unito, primo calo prezzi case da aprile 2009

Nel Regno Unito il mese di febbraio si è chiuso con l’avvio di un ciclo decrescente nei prezzi delle proprietà immobiliari ad uso abitativo: un fenomeno che nell’area ora oggetto di approfondimento nel presente post, non si avvistava da dieci mesi, e cioè da quell’aprile del 2009 che diede l’inizio di una fase piuttosto lunga di un graduale ma continuo incrementi dei prezzi delle case, che a gennaio aveva tuttavia sollevato le prime incertezze.

Secondo il report condotto dalla Nationwide Building Society, ad ogni modo, il costo di una proprietà immobiliare ad uso abitativo in Regno Unito avrebbe subito in media un decremento di un punto percentuale rispetto al mese precedente, portandosi a quota 161.320 sterline. La notizia è stata diffusa pochi giorni fa dalla NBS attraverso un comunicato stampa che ricordava come i prezzi siano ancora inferiori del 13% rispetto al livello massimo toccato nell’inverno del 2007, ma come siano comunque superiori di oltre 9 punti percentuali rispetto allo stesso mese di febbraio dell’anno precedente.

Dicevamo, in ogni caso, che le prime incertezze sul futuro a breve termine del mercato immobiliare britannico comparvero già nel corso del mese di gennaio, quando un clima piuttosto ostile falcidiò il numero di compravendite immobiliari della zona, dimezzandole rispetto alle precedenti stime degli analisti.

Ungheria, affitti uffici in calo del 10-30%

Il mercato immobiliare commerciale e degli uffici in Ungheria avrebbe concluso il 2009 in maniera molto negativa, rispecchiando pertanto in gran parte il deludente trend che ha coinvolto l’intero real estate della nazione e, più complessivamente, un insoddisfacente anno per l’immobiliare dell’Europa Centro – Orientale, che solo in un primo momento era apparso estraneo all’impatto più negativo della crisi economico.

Le analisi di cui sopra sono le considerazioni, in estrema sintesi, cui è giunta negli scorsi giorni Colliers International: la società di consulenza ha infatti effettuato una valutazione piuttosto attenta del mercato immobiliare ungherese nel segmento degli uffici, riscontrato una flessione piuttosto forte delle compravendite e, per ciò che concerne le locazioni, una contrazione molto significativa dei canoni periodici.

Secondo Colliers International, infatti, nel 2009 i canoni di locazione per gli spazi adibiti ad uso ufficio in Ungheria sarebbero calati con una percentuale compresa tra il 10% e il 30% a seconda delle macroaree considerate; nello stesso periodo, la società di consulenza ha riscontrato una crescita dell’offerta di spazi adibiti a tale scopo – figlia, probabilmente, della conclusione di cantieri già avviati in tempi di difficoltà non sospette.

Stati Uniti, ancora crescita per i pignoramenti

L’Associazione Mortgage Bankers ha dichiarato che nel corso del quarto trimestre del 2009 un numero record di cittadini statunitensi avrebbero perso la propria casa, tornata nelle mani dei soggetti finanziatori. Il dato sarebbe pertanto espressione della prosecuzione della crisi economica locale, che – come era parzialmente attendibile – sta prolungando la lunga scia dei pignoramenti, che interesserà anche l’intero 2010.

I pignoramenti di case precedentemente oggetto di concessione di un finanziamento immobiliare sono infatti saliti del 4,58% per tutte le categorie di mutuo, come confermato dal gruppo di Washington in un report pubblicato pochi giorni fa. Tra i principali soggetti colpiti da questa nuova ondata di espropri, soprattutto coloro che hanno perso il lavoro nel 2008, e nei primi mesi dell’anno precedente.

Secondo gli analisti della Mortgage Bankers Association, il risultato ora pubblicato sarebbe stato ancor peggiore se il Governo non avesse compiuto significativi sforzi per prevenire l’esplosione del fenomeno, che è comunque piuttosto rilevante a causa dell’elevato livello della disoccupazione, sintomo di un mercato del lavoro mai così deteriorato fin dal periodo della Grande Depressione americana.