Negli ultimi giorni abbiamo avuto modo di esaminare quali siano i grattacieli più alti d’Europa e del Mondo. Un viaggio “virtuale”, compiuto guardando all’insù, verso cime che – per gli standard italiani – sembrano davvero inarrivabili. Eppure, anche nel nostro Paese non mancano certamente i “giganti urbani”, a cominciare dal territorio lombardo, dove sono presenti i tre grattacieli più alti d’Italia.
News Mercato Italiano
Crollo mercato immobiliare italiano nel primo trimestre
Nel corso del primo trimestre dell’anno il mercato immobiliare italiano ha subito un vero e proprio crollo, perfino più negativo della maggior parte delle attese. La colpa? “E’ tutta dell’Imu” – afferma il presidente del centro studi nazionale della Fiaip, Mario Condò de Satriano, che punta il dito contro l’introduzione dell’imposta municipale unica e contro ciò che definisce “il terrorismo mediatico che è stato fatto attorno a questa nuova tassa”.
Immobili pubblici in vendita
Prende piede il maxi piano di dismissione degli immobili pubblici, leva che il governo Monti vorrebbe utilizzare per cercare di rimpinguare le casse statali e contribuire così al reperimento di fondi utili per il raggiungimento degli obiettivi fissati. A muoversi in questa direzione è anche il ministero della difesa, che sta costruendo proprio in questi giorni il suo fondo immobiliare, che gestirà le procedure di dismissione di alcune proprietà immobiliari.
Bolla immobiliare Italia
Anche in Italia sta scoppiando una bolla immobiliare? La risposta, per il quotidiano Rinascita, è assolutamente positiva. Il giornale afferma infatti che qualsiasi agenzia immobiliare presente sul territorio nostrano sa, “in gran segreto, senza farlo sapere troppo in giro, quanto sia calato il numero di vendite e quanto, nonostante ciò, i prezzi siano congelati”. Ma è davvero così? C’è davvero il rischio di una bolla immobiliare latente?
Prelievo fiscale immobili per 55 miliardi l’anno
Secondo quanto reso noto dall’Ance, nel recente incontro denominato “Una fiscalità immobiliare per lo sviluppo delle città”, il prelievo fiscale sugli immobili – come riformato dalla recente introduzione dell’imposta municipale unica – dovrebbe raggiungere quest’anno i 55 miliardi di euro l’anno, giungendo addirittura ai 58 miliardi di euro se si darà seguito all’incremento di due punti delle aliquote Iva.
Efficienza energetica immobili sempre più richiesta
Secondo una recente ricerca compiuta dall’Energy Efficiency Indicatori 2012, presentato dalla Johnson Controls, l’85% dei proprietari e dei gestori di edifici confida nella gestione dell’energia per poter operare con successo: una percentuale che è ben 34 punti percentuali maggiore rispetto a quella evidenziata appena due anni fa, e che dimostra lo straordinario boom del settore dell’energia sostenibile e della certificazione energetica a livello internazionale.
I fattori chiave in grado di trainare questo cambiamento sono rappresentati dai risparmi sui costi energetici e dagli incentivi finanziari. Inoltre, il 50% degli interpellati ha dichiarato di essere anche in cerca di modi per poter migliorare l’immagine ed accrescere il valore dei propri immobili.
Dismissione immobili per più di 300 miliardi di euro
Sta per prendere piede la nuova fase di dismissioni pubbliche di immobili. Il decreto legge che la scorsa settimana è stato varato dal Consiglio dei Ministri vedrà luce sulla Gazzetta Ufficiale tra breve tempo e, di conseguenza, prenderà il via la fase concreta di cessione delle proprietà immobiliari detenute da enti pubblici: un maxi progetto che, secondo le stesse stime dell’esecutivo, dovrebbe ammontare a complessivi 320 miliardi di euro.
A confermare quanto sopra è la relazione tecnica all’articolo 2 del d.l., che nel quantificare gli impatti del “processo dinamico che, considerata la tempistica necessaria per la valorizzazione dei diversi asset di proprietà pubblica, sarà volto ad assorbire nel tempo il portafoglio di proprietà delle Pubbliche Amministrazioni”, auspica una valorizzazione dei cespiti immessi sul mercato compresa tra i 239 e i 319 miliardi di euro.
Investimenti immobiliari come negli anni ’70
Gli investimenti immobiliari in Italia continuano a calare, collocandosi su livelli vicini a quelli di metà anni ’70. Stando a quanto affermato dall’Osservatorio congiunturale dell’Ance, gli investimenti nel settore edilizio sarebbero diminuiti del 6 per cento rispetto allo stesso periodo del 2011, contro il calo del 3,8 per cento stimato per l’anno.
Dal 2008 al 2012 il calo generale degli investimenti immobiliari è invece stato pari a un quarto, con un passo indietro del 25,8 per cento: in altri termini, i 43 miliardi di euro di investimenti in meno nel settore delle costruzioni riportano l’Italia indietro di quasi quarant’anni. Sempre secondo l’Ance, inoltre, dallo scoppio della crisi ad oggi, i posti di lavoro perduti si aggirerebbero intorno ai 500 mila, di cui 325 mila nel settore edile, e 175 mila dall’indotto.
Comprare casa nel Lido di Ostia
Nonostante l’evidente periodo di crisi che sta colpendo il mercato immobiliare italiano, nel Lazio non finiscono di stupire le buone prestazioni commerciali dei mercati di Ostia e Sabaudia, pur con diverse determinanti.
Stando a diverse ricerche effettuate nelle ultime settimane, infatti, sembra che Ostia possa continuare a beneficiare di prezzi (ancora) abbordabili, e della comodità di essere a breve distanza di auto da Roma (circa 30 minuti). Sabaudia, invece, cerca di ritagliarsi un segmento di maggior prestigio e lusso all’interno del macro mercato immobiliare capitolino, con offerte destinate a chi cerca ville e unifamiliari particolarmente rifinite, in ambienti incontaminati.
Fiducia immobiliare rimane stabile
Martoriato da una crisi che non sembra poter garantire una fine in tempi rapidi, il mercato immobiliare italiano può comunque esser supportato da livelli di fiducia che non hanno toccato ancora il fondo, e che sembrano resistere al duro impatto delle criticità locali e internazionali. A confermarlo, una recentissima ricerca compiuta poche settimane fa, che denota un mantenimento dei livelli di fiducia da parte dei principali operatori di settore.
“Gli addetti ai lavori sembrano rimandare un’opinione sul futuro andamento del mercato a giornate di maggiore visibilità e la fiducia nel mattone resta stabile” – dichiarava pochi giorni fa il magazine Casa 24, de Il Sole 24 Ore in tal proposito, evidenziando come l’indice rappresentativo Fiups sia passato, alla fine del primo quadrimestre, da 16,70 punti a 16,92 punti, con un lieve miglioramento che fa ben sperare per una tenuta più solida in futuro.
Compravendite immobiliari in forte contrazione
Dopo una parvenza di scarso recupero interpretato nel corso degli ultimi due trimestri del 2011, il primo trimestre 2012, per il mercato immobiliare italiano, si tinge di colori particolarmente deludenti, in grado di disattendere i segnali positivi, e tornando a mostrare elevati tassi di contrazione. In particolare, il tasso tendenziale annuo del volume di compravendite nel primo trimestre 2012 sarebbero stato pari a -17,8 punti percentuali, con un passo indietro estremamente significativo.
Il settore residenziale, in particolare, nel primo trimestre del nuovo anno ha fatto rilevare 110.021 transazioni, con una quota sull’intero mercato immobiliare per numero di compravendite che si aggira intorno al 45% circa. Si tratta di un passo indietro molto dannoso rispetto allo stesso periodo di un anno fa, quando le compravendite erano state pari a 136.780, quasi il 20% in più.
Crisi immobiliare, se la casa non è più un bene rifugio
Una recente ricerca compiuta dall’Osservatorio Censis – Associazione bancaria italiana sulla società italiana e, in particolar modo, sul comparto immobiliare nazionale, sostiene che non sempre investire sugli immobili si rivela una scelta “azzeccata”. A riportare le considerazioni di cui sopra è stato un recente rilancio dell’Agi, secondo cui “investire in un bene immobiliare non è sempre la scelta migliore”.
La ricerca compiuta dal Censis evidenzia d’altronde come solamente il 17% degli italiani è oramai convinto che i risparmi vadano spesi per l’acquisto di una casa (contro una percentuale che era quasi il doppio, il 33,5%, di questi tempi, ma un anno fa); per il 36% degli italiani è invece meglio mantenere la liquidità in attesa che la crisi passi (contro una percentuale che un anno fa era invece ferma al 25,5%).
Comprare casa con bunker
Secondo quanto ha recentemente affermato Casa24, lo speciale immobiliare de Il Sole 24 Ore, una delle nuove tendenze immobiliari sarebbe rappresentata dalla compravendita di case – bunker. Non più piscine, campi da tennis o sale cinema, dunque, rappresentano il surplus delle ville più lussuose: ad essere ricercati sono i bunker, con i quali gli scrupolosi proprietari possono mettersi al riparo da bombe, attacchi terroristici, guerre batteriologiche e cataclismi di qualsiasi natura (o quasi).
Stando alle indagini effettuate dai magazine, i prezzi di questi immobili sono certamente fuori dalla portata della maggior parte delle tasche, anche perché i bunker sono spesso e volentieri installati all’interno di insospettabili ville immerse nelle campagne di alcuni dei territori più belli e desiderabili di tutta la Penisola.
Cercare casa a Firenze
Cercare (e trovare) casa a Firenze è sempre più difficile. Stando a quanto affermato da Tecnocasa, nei primi mesi del 2012 il mercato immobiliare di Firenze si è suddiviso in una zona sud più “pregiata”, con diminuzione dei prezzi per le abitazioni “difettose” (es. assenza di posti o box auto, di sfoghi esterni, aree trafficate, ecc.), e in una zona nord più economicamente accessibile, con compravendite subordinate per lo più alla concessione del mutuo, e pertanto in grado di risentire direttamente dell’evoluzione della stretta creditizia attualmente in atto.
Nelle zone centrali si registra invece un cliente molto più esigente e… paziente. I tempi di vendita si allungano in maniera considerevole, abbracciando altresì la compravendita di proprietà immobiliari di nuova costruzione, a causa della divergenza in atto tra le capacità di spesa dei potenziali acquirenti, e le pretese degli imprenditori. Un gap che continua a resistere per la rigidità delle rispettive posizioni, incrementando il magazzino invenduto.