Agenzie immobiliari a rischio chiusura

 Complice la crisi congiunturale e di settore, sempre più agenzie immobiliari sarebbero a rischio chiusura. Il fenomeno è diffuso in tutta Italia e, nel corso degli ultimi giorni, è stato sottolineato con preoccupazione dalla Confcommercio, che con Sergio Colombo, in particolare riferimento al mercato lucchese, spiega come “nelle agenzie si è passati da una media di otto compravendite al mese a tre”.

“Mentre i prezzi non si sono abbassati” – prosegue Colombo – “se non sensibilmente (meno 20%), sono scomparsi gli acquisti. Le banche non danno credito alle famiglie che vorrebbero investire, e la crisi finanziaria fa il resto”. Una fotografia certamente in grado di rispecchiare abbastanza sinteticamente il mercato immobiliare di Lecco, che sembra somigliare sempre più al resto della Penisola.

Accordo Abi – Assoimmobiliare

 L’Abi (Associazione bancaria italiana) e Assoimmobiliare hanno siglato una lettera di intenti sul credito all’industria immobiliare nell’ambito del recente salone di settore Eire, svoltosi a Rho, Milano. Le parti hanno concordato “sull’opportunità di avviare possibili iniziative di collaborazione, anche attraverso la costituzione di specifici gruppi di lavoro tecnici, finalizzate ad agevolare e migliorare ulteriormente i rapporti tra banche e imprese nel settore immobiliare”.

Le parti hanno in altri termini preso atto del fatto che gli istituti finanziano già oggi il comparto con 290 miliardi di euro, e che l’immobiliare rappresenta il 19% del prodotto interno lordo nazionale, formulando pertanto alcune linee guida per poter migliorare l’approccio creditizio a questo essenziale comparto dell’economia del Paese.

Prezzi case Sondrio

 Secondo quanto affermato dall’Ance, il mercato immobiliare di Sondrio starebbe affrontando il periodo di crisi con una profonda debolezza degli affari. Dal 2006 ad oggi, infatti, il controvalore delle transazioni concluse all’interno del real estate dell’area urbana sarebbe crollato di circa 25 punti percentuali, aprendo un vero e proprio bacino di allarme nei confronti del settore, con la richiesta espressa di sostegni che possano permettere alle famiglie di riavvicinarsi al mondo del mattone, superando gli ostacoli del credit crunch bancario.

L’Associazione Nazionale dei costruttori edili di Sondrio sottolinea infatti, per voce del proprio presidente provinciale Gian Maria Castelli, come il mercato immobiliare residenziale sta attraversando un periodo di forte selettività, con una flessione delle compravendite davvero significativo, e una conseguente instabilità dei prezzi delle case, che stanno subendo enormi pressioni al ribasso.

Previsioni mercato immobiliare Genova

 Recentemente, l’edizione regionale de La Repubblica è tornata ad occuparsi del mercato immobiliare di Genova, sottolineando come siamo circa 20 mila gli alloggi lasciati sfitti nel solo capoluogo: una cifra già di per sé molto rilevante, che tuttavia è prevista addirittura in forte crescita per un anno che dovrebbe essere contraddistinto da rinnovate difficoltà sul fronte abitativo.

Nella sola seconda metà del 2011 – sottolinea il quotidiano – nell’area compresa tra Sampierdarena, San Teodoro, Lagaccio, Oregina, le quotazioni di compravendita delle abitazioni sono diminuite di quasi 10 punti percentuali. Il dato più clamoroso sembra essere quello di Sampierdarena, anche se in tutta la città, nello scorso anno, i prezzi delle case sono calati complessivamente di circa 5,3 punti percentuali. Una percentuale che nel corso del 2012 potrebbe addirittura aggravarsi.

Prezzi case Lombardia

 Secondo quanto affermato dalle ultime analisi compiute sul territorio lombardo, nella Regione, nel corso del 2011, le compravendite di immobili sarebbero state circa 119 mila unità, per un fatturato totale stimato in più di 19 miliardi di euro. Il mercato lombardo si conferma così un vero e proprio perno dell’intero mercato immobiliare italiano, visto e considerato che in esso avvengono il 19,7% delle transazioni immobiliari abitative, e il 18,7% del fatturato italiano.

Complessivamente, comprare casa in Lombardia è costato circa 160 mila euro per una superficie di 99 metri quadri. La città più cara è Milano, dove in media un’abitazione costa 250 mila euro, il 36% in più rispetto al fatturato medio lombardo, e il 32% rispetto alla media italiana. Milano è altresì la prima provincia per volume di transazioni immobiliari, con il 44,5% delle operazioni della regione, seguita da Brescia e Bergamo, rispettivamente con l’11,3% e il 10,7%.

Prezzi case Milano nel 2020

 Tra meno di un decennio, nel 2020, il mercato immobiliare milanese continuerà ad essere poco dinamico in termini di numero di scambi, ma le quotazioni di proprietà abitative e commerciali rimarranno su livelli salatissimi, con buoni trend di apprezzamento rispetto agli attuali livelli. Stando a una recente ricerca realizzata da Sorgente Group e da Scenari Immobiliari (“Milano 2020, economia, società, territorio e mercati immobiliari), una casa acquistata oggi aumenterà il suo valore del 27%, mentre l’ufficio rincarerà la dose con un + 32%.

Nel 2011, sottolinea ancora la ricerca, le compravendite residenziali avrebbero avuto un calo del 3,7%, su quota 25.800 unità. Secondo la stessa analisi, tuttavia, nel corso del 2012 si verificherà l’attesa inversione di tendenza, con un numero di compravendite stimate pari a 26.500 unità. Nel medio termine, però, l’immobiliare milanese procederà a discreti balzi in avanti, con l’aspettativa dell’Expo che genererà certamente un traino alle attività del comparto.

Andamento 2012 sugli immobili non residenziali

 L’Agenzia del Territorio ha recentemente pubblicato il Rapporto 2012 sugli immobili non residenziali in Italia. Realizzato in collaborazione con la Assilea – Associazione Italia Leasing – il report si riferisce al trend delle compravendite di immobili a destinazione terziaria, commerciale e produttiva, e offre uno spaccato piuttosto attendibile sull’andamento di questo importante comparto del mattone non abitativo.

Così come avvenuto per il settore residenziale, del quale vi abbiamo informato più volte nel corso delle ultime settimane, anche il settore non residenziale ha avvertito un decremento rispetto al 2010, con compravendite per 61.845 unità immobiliari, e una flessione del 2,1 per cento. In particolar modo, a subire le perdite più consistenti sarebbe stato il terziario, con una contrazione del 5,1 per cento. Più contenuta la flessione delle compravendite del settore commerciale, con un passo indietro del 3,3 per cento rispetto al 2010.

Quanto conviene investire in immobili?

 Quanto conviene investire in immobili? Il mattone è ancora un buon impiego dei propri risparmi? A guardare gli ultimi dati ufficiali che stanno pervenendo sulle nostre scrivanie, la risposta sembra tendenzialmente essere positiva, a patto di non avere un orizzonte di brevissimo termine, e accettare di attraversare parentesi negative anche profonde, seppur apparentemente meno gravi di quelle che stiamo riscontrando anche in altri comparti di investimento.

Tra luglio e dicembre 2011, ad esempio, l’andamento dei rendimenti immobiliari è stato piuttosto stabile, con spazi di rendimento positivo in alcune grandi città italiane. In maggiore sofferenza i piccoli centri abitati e, soprattutto, l’hinterland e la provincia, dove non sono rari i passi indietro anche molto sostanziosi sul fronte dei tassi di redditività degli impieghi.

Prezzi case Bari

 Secondo un recentissimo focus sul mercato immobiliare barese, l’andamento dei prezzi della città pugliese avrebbe registrato un sensibile calo durante il secondo semestre del 2011. In tale contesto, infatti, i valori commerciali delle abitazioni avrebbero riscontrato una contrazione del 5,2 per cento, in netta inversione di tendenza rispetto al trend che si era consolidato nel corso della prima parte dello scorso decennio, quando il mercato immobiliare dell’area urbana ha potuto rilevare un andamento straordinariamente crescente delle quotazioni.

Nel 2002, ad esempio, l’andamento dei prezzi è stato in crescita del 14,3 per cento, con un balzo poi attenuatosi nel corso degli anni successivi, per giungere poi – nel corso dell’ultimo anno – a un passo indietro del 10,8 per cento, aprendo di fatto le porte a un 2012 di grande incertezza e di difficoltà di tenuta dei valori immobiliare.

Prezzi case presto in flessione – Nomisma

 Se ne parla da diverso tempo, ma l’impressione è che la vera contrazione dei prezzi delle case non si sia ancora verificata e, forse, non si verificherà mai. La rigidità delle quotazioni delle proprietà immobiliari della Penisola ha retto, almeno per il momento, la prova della flessione delle domande di acquisto delle proprietà immobiliari abitative e non e, ulteriormente, anche l’impatto della nuova imposta municipale unica.

Sembrerebbe pertanto che l’investimento immobiliare effettuato nel corso degli ultimi anni, nonostante tutto, sia ancora conveniente, per lo meno per chi ha un orizzonte temporale del medio lungo periodo. Chi invece cerca un investimento “facile” sulla propria abitazione, forse farebbe meglio a ricredersi, visto e considerato che il momento non sembra essere proprio dei migliori.

Secondo quanto ha affermato Luca Dondi, responsabile dell’Osservatorio immobiliare di Nomisma, l’abbattimento dei prezzi delle case dipenderà fondamentalmente dall’impatto delle imposte e delle spese necessario perchè l’immobile possa mantenersi nello stato in cui era a inizio locazione. Eugenio Biagotti, dell’Immobiliare Frusaglia, parla dell’Imu riferendosi soprattutto nella visione dell’acquirente finale, che sarebbe colpito in ultima istanza dall’influenza della nuova imposta. “Ma ci sono tanti altri fattori che contribuiscono a non rilanciare il mercato a partire dalla banche, fino alla burocrazia del Comune” – aggiunge Biagiotti.

Ripresa immobiliare prevista tra il 2013 e il 2014

 Che il mercato immobiliare sia in profonda crisi, è ben noto, e diverse volte ne abbiamo parlato in queste pagine. La domanda alla quale cerchiamo di dare una risposta vuole tuttavia guardare più al futuro. Domandiamoci pertanto: quando avverrà la tanto attesa ripresa del comparto immobiliare italiano?

A rispondere alla domanda di cui sopra ci ha pensato Il Sole 24 Ore, che in un recente intervento ha provato a ipotizzare qualche fattispecie evolutiva, sulla base delle conclusioni alle quali è arrivato Scenari Immobiliari. In particolare, piuttosto interessanti sono state le dichiarazioni rilasciate al quotidiano da parte di Walter Mainetti, amministratore delegato di Sorgente Group, che ha commissionato la ricerca.

Previsioni ripresa immobiliare Italia

 L’immobiliare italiano è caduto in una profonda crisi pluriennale. Ma in che modo il real estate della Penisola potrà uscire dalla crisi? E, ancora quando avverrà la tanto attesa emersione dalle difficoltà consolidate? A parlare apertamente di questo e tanto altro, in una recentissima intervista condotta da Il Sole 24 Ore, è stato Massimo Mazzi, fondatore, socio e presidente di Redilco Re, parte del Comitato scientifico di Eire e, sicuramente, uno degli opinion leader di maggiore autorevolezza.

Ma dove, dunque, trovare uno spunto di ripartenza del mattone italiano? “Visto che le industrie sono merce sempre più rara” – ha esordito Mazzi nella recente intervista sopra appena introdotta – “bisogna pensare, per quanto riguarda l’Italia, al turismo, all’arte e alla cultura in via prioritaria: se girano questi tre settori, di conseguenza, si rimettono in moto i servizi e anche l’immobiliare”.

Compravendite immobili 2011 – dati ISTAT

 L’Istituto nazionale di Statistica ha pubblicato gli ultimi dati ufficiali relativi all’andamento del mercato immobiliare nel corso 2011. Dati che confermano i sentimenti di una lieve diminuzione delle compravendite, rappresentate da una flessione di 0,1 punti percentuali rispetto all’anno precedente. Rispetto al 2006, invece (anno precedente al crollo del settore), le compravendite complessive sono calate del 26,6 punti percentuali, quelle ad utilizzo residenziale del 26,3 per cento, quelle ad uso economico del 28,3 per cento.

Nel suo report relativo al solo quarto trimestre dello scorso anno, invece, l’Istat segnala come le compravendite di unità immobiliari siano calate a quota 234.985 unità, in incremento dell’1,7 per cento rispetto a quelle rilevate nello stesso periodo dell’anno precedente. Il 93,1 per cento delle convenzioni avrebbe riguardato immobili per abitazione, contro il 6,2 per cento di unità immobiliari ad uso economico, e una quota minoritaria delle rimanenti unità immobiliari.