Cina, per HSBC la domanda immobiliare è inarrestabile

Richard Yorke, responsabile della divisione cinese di HSBC Holdings, ha dichiarato che la domanda di case nel settore immobiliare cinese rimarrà molto forte durante il corso dei prossimi mesi e anni, non risultando granchè influenzata dalle misure adottate dal governo centrale, che imporrà delle azioni mirate al contenimento dei prezzi delle proprietà immobiliari ad uso abitativo nelle aree metropolitane.

Il manager e chief executive officer di HSBC China ha infatti dichiarato che nel medio termine la forza della domanda immobiliare sarà molto elevata, in virtù del fatto che un numero crescente di persone cercherà di acquistare casa nelle aree urbane in concomitanza con lo spostamento dalle zone rurali verso i principali centri metropolitani del più popoloso Paese asiatico.

Nell’attesa di vedere come si svilupperà il real estate cinese, registriamo intanto in Borsa un brusco scivolone da parte delle principali compagnie dell’immobiliare locale, evidentemente colpite dal blocco dei mutui per acquisto di terze case, voluto dalle istituzioni centrali per calmierare l’incremento dei prezzi in alcune città della nazione.

Cina, crescono i tassi sui finanziamenti immobiliari

In Cina la Banca Centrale ha deciso di alzare i tassi di interesse di riferimento sui mutui ipotecari, al fine di frenare la tendenza speculativa oramai da tempo in atto nel mercato immobiliare del più popoloso Paese asiatico. La decisione dell’istituzione monetaria era largamente attesa dagli analisti, e si è fatta a dir poco scontata dopo aver rilevato un incremento record dei prezzi delle case durante lo scorso mese di marzo.

Il Consiglio di Stato ha inoltre stabilito che i tassi di interesse applicato al cliente bancario non potranno essere più bassi del 110% dei tassi di interesse di riferimento, ponendo così un livello minimo di onerosità dei mutui ipotecari per operazioni immobiliari. Il Consiglio ha poi affermato che i governi locali sono stati incapaci di controllare adeguatamente la speculazione, e che occorra agire in maniera più incisiva per evitare il rischio di una bolla di settore.

Ricordiamo infatti che, secondo le ultime analisi statistiche, durante il mese di marzo i prezzi delle proprietà immobiliari nelle 70 città più grandi del Paese sono cresciuti di 11,7 punti percentuali rispetto al livello riscontrato nello stesso periodo dello scorso anno. In contemporanea, l’economia cinese è cresciuto al ritmo più rapido degli ultimi tre anni durante il primo trimestre dell’anno, alimentando a sua volta comportamenti speculativi nel real estate.

Stati Uniti, previsioni pessimistiche per i pignoramenti

Secondo quanto sostenuto dall’ultima ricerca di RealtyTrac, i pignoramenti negli Stati Uniti sarebbero cresciuti di ben 16 punti percentuali durante il primo trimestre rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Oltre 930 mila appartamenti sono stati oggetto di pignoramento, per provvedimenti che hanno colpito circa un proprietario di immobile ad uso abitativo su 138.

Il trend starebbe inoltre assumendo una piega peggiorativa, visto e considerato che il mese di marzo 2010, l’ultimo al quale si riferiscono i dati di RealtyTrac, è stato in assoluto il peggiore della breve storia del report della compagnia di analisi, che tiene traccia dei monitoraggi sui pignoramenti immobiliari degli Stati Uniti fin dall’inizio del 2005, e che ha pertanto osservato un rapido aggravamento nel corso degli ultimi anni.

I numeri ci dicono anche che, come era lecito attendersi, le persone più colpite sono quelle che hanno perso il lavoro nel corso degli ultimi due anni. Il tasso di disoccupazione, conferma il Dipartimento del Lavoro, non è cresciuto nel mese di marzo, rimanendo invariato a 9,7 punti percentuali. Non è tuttavia escluso che la soglia dei 10 punti percentuali possa essere nuovamente sfondata nel secondo trimestre.

Regno Unito, prezzi in crescita su spinta londinese – mar 2010

I prezzi delle proprietà immobiliari del Regno Unito sono cresciuti, durante il mese di marzo 2010, per l’11mo mese consecutivo. Il merito andrebbe riferito all’incremento piuttosto significativo dei valori immobiliari abitativi in alcune aree di grande importanza, come quella relativa alla metropoli londinese. I dati sono stati pubblicati nel sito web dal gruppo di ricerca Academetrics, pochi giorni or sono.

La società di analisi dichiara inoltre che il costo medio di una proprietà immobiliare ad uso abitativo in Inghilterra e in Galles è ora salito a quota 227.788 sterline (pari, al cambio attuale, a circa 339.707 dollari), in aumento di 1,1 punti percentuali rispetto al mese di febbraio. I prezzi rispetto allo stesso mese dell’anno precedente, invece, sono cresciuti di ben 13,4 punti percentuali, rimanendo comunque al di sotto dei picchi massimi storici recenti.

Come detto, il merito di questo significativo incremento dei prezzi va ricercato soprattutto nelle buone performance riscontrate nei mercati immobiliari più importanti del Regno Unito. Su tutti, rilevante crescita si è registrata nei valori delle proprietà immobiliari ad uso abitativo di Londra, che nel mese di febbraio 2010 (l’ultimo al quale sono riferibili dei dati geografici) hanno toccato il record di 376.605 sterline.

Affitti in Australia in crescita del 10%

I canoni di locazione delle proprietà immobiliari ad uso abitativo in Australia potrebbero crescere di oltre il 10% nel 2010 a causa di un complessivo aumento dei prezzi dei beni e dei servizi legati al settore immobiliare. Lo dice, in una sua ricerca pubblicata pochi giorni fa, l’APM (Australian Property Monitors), che cura un periodico monitoraggio giudicato come uno sguardo molto attendibile sul real estate locale.

In particolare, l’APM sostiene che nei primi tre mesi dell’anno i canoni di locazione sarebbero cresciuti in media di 1,5 punti percentuali, con alcune aree in grado di compiere delle extra performance piuttosto significative: tra queste, ricordiamo, come evidenziato nello stesso comunicato allegato al report, che la zona di Darwin avrebbe riscontrato un incremento medio del 10% rispetto al trimestre precedente.

In generale, l’incremento dei canoni di locazione sembra aver preso una piega molto più significativa che in passato. L’osservazione è riscontrabile anche in numerose aree che negli ultimi mesi avevano rilevato un calo degli affitti, e che invece nel primo trimestre 2010 hanno goduto di una forte inversione di tendenza: anche in questo caso l’esempio emblematico ci è offerto dallo stesso comunicato che accompagna il report, e ricorda come l’area di Melbourne abbia posto fine a un lungo decremento dei canoni di locazione, durato 18 mesi.

Regno Unito, lieve incremento dei prezzi secondo RICS

Nel mese di marzo del 2010 i prezzi delle proprietà immobiliari ad uso abitativo nel Regno Unito avrebbero rallentato, nella propria ripresa, producendo l’incremento minimo nel corso degli ultimi mesi. La determinante alla base di questo risultato sembra essere riconducibile ad una serie di fattori che hanno influenzato negativamente i recenti sviluppi del real estate del Regno Unito, e che potrebbero proseguire, anche nelle prossime settimane, a incidere sulle speranze di ripresa del mercato.

La causa che pare essere più influente è tuttavia stata quella relativa all’offerta di settore, con un volume di proprietà immobiliari finite in vendita sul mercato superiore a quella attesa. La conseguenza è stata l’emersione di una pressione al ribasso dei prezzi delle proprietà abitative, che hanno frenato in maniera piuttosto incisiva la già intrapresa strada crescente dei valori del real estate locale.

Stando ai dati RICS, inoltre, il numero di agenti immobiliari interrogati dall’analisi dell’istituto, che ritiene che i prezzi delle proprietà abitative siano più elevate di quelle attese è calato a 9 punti percentuali. Tale rapporto era invece pari a 18 punti percentuali nel mese di febbraio, evidenziando così un netto peggioramento sul fronte prezzi a distanza di un solo mese dall’ultima rilevazione cui possiamo riferirci.

Cina, prezzi immobiliari ancora in crescita – mar 2010

I prezzi delle proprietà immobiliari cinesi sono cresciuti ancora, a un livello record, durante il mese di marzo 2010. Stando alle preliminari considerazioni, il segnale più evidente che emerge dai report sull’andamento dei valori immobiliari è rappresentato da una parziale inefficacia delle mosse predisposte dalle autorità governative e monetarie locali, che hanno cercato più volte, nel corso degli scorsi mesi, di ridurre i rischi di incremento della bolla immobiliare.

Il Servizio Nazionale di Statistica cinese conferma infatti che nelle settanta città di riferimento del Paese i prezzi delle proprietà commerciali e residenziali sarebbero aumentate di 11,7 punti percentuali durante il mese di marzo rispetto allo stesso periodo del 2009, per un livello piuttosto elevato, che rappresenta un’inversione di tendenza rispetto ai timidi segnali di rallentamento degli scorsi mesi.

Stando all’attuale scenario, sembra praticamente scontato un nuovo intervento in materia di tassi di interesse di riferimento nel corso del mese di maggio, con i benchmark che presumibilmente verranno portato in aumento nella prossima seduta dell’istituzione monetaria.

Regno Unito, prezzi case in crescita a ritmo record dal 2007

I prezzi delle proprietà immobiliari ad uso abitativo nel Regno Unito sono cresciuti, durante il mese di marzo 2010, al ritmo più elevato negli ultimi due anni a mezzo, grazie principalmente al positivo contributo offerto da un livello piuttosto basso dei tassi di interesse applicati dagli istituti di credito locali, che hanno permesso una forte crescita della domanda, in concomitanza con un’offerta non particolarmente estesa.

A ribadire le considerazioni di cui sopra è stata, negli scorsi giorni, Halifax, divisione mutui del gruppo Lloyds Banking. In un comunicato diffuso tramite e-mail, la società londinese ha infatti dichiarato che il costo medio di una casa nel Regno Unito è cresciuto di 6,9 punti percentuali rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, giungendo a quota 168.521 sterline (circa 256 mila dollari).

I prezzi sono inoltre più elevati di 1,1 punti percentuali rispetto allo scorso mese di febbraio, e di 9,1 punti percentuali rispetto al punto minimo toccato nell’aprile dello scorso anno. Su base trimestrale, la crescita dei prezzi è stata piuttosto bassa nei primi tre mesi del nuovo anno, con un incremento di 0,6 punti percentuali contro i precedenti tre mesi, quando i prezzi crebbero di 3,6 punti percentuali rispetto al terzo trimestre del 2009.

Australia, in calo i finanziamenti immobiliari

Durante il mese di febbraio il numero di finanziamenti immobiliari concessi dagli istituti di credito australiani è calato ancora, per il quinto mese consecutivo. La motivazione principale di questa situazione sembra essere riferibile alle decisioni della Banca Centrale locale, che ha innalzato ancora il costo del denaro, e parzialmente ad alcune scelte effettuate recentemente dal governo australiano.

Il numero di finanziamenti immobiliari ipotecari richiesti per sostenere operazioni di acquisto o di costruzione di una proprietà immobiliare ad uso abitativo (appartamenti o unifamiliari) è infatti calato di 1,8 punti percentuali a quota 50,287 unità rispetto al mese di gennaio 2010, quando a loro volta i finanziamenti immobiliari calarono di 7,3 punti percentuali, come confermato dall’Istituto Nazionale di Statistica di Sidney.

Come già accennato poche righe fa, la determinante principale di questo nuovo scenario è riconducibile alle decisioni della massima istituzione monetaria guidata dal governatore Stevens, la quale nel corso degli ultimi sei incontri ha scelto di innalzare il tasso di interesse di riferimento sulle operazioni di rifinanziamento per ben cinque volte, al fine di rallentare la crescita della domanda di settore.

Stati Uniti, erogazioni mutui in calo dell’11%

Le erogazioni di finanziamenti immobiliari negli Stati Uniti hanno subito un brusco calo durante l’ultima settimana: un risultato che alcuni analisti tuttavia largamente attendevano, visto e considerato che l’incremento dei tassi di interesse applicati ai mutui americani sta scoraggiando le operazioni di rifinanziamento, che hanno infatti subito una forte flessione, per la quinta settimana consecutiva.

L’indice rilevatore della Mortgage Bankers Association ha così ceduto 11 punti percentuali durante la settimana terminata il 2 aprile, l’ultima alla quale sia possibile riferire una analisi puntuale. Come detto, un peso determinante nel trascinare al ribasso le erogazioni di finanziamenti negli Stati Uniti è attribuibile alle transazioni relative ai rifinanziamenti di mutui già in ammortamento, che hanno subito un calo di 17 punti percentuali. Sono invece cresciute dello 0,2% le operazioni di nuova richiesta di mutui.

Insomma, secondo gli analisti americani sembra che l’influenza dell’incremento dei tassi di interesse sui finanziamenti immobiliari (soprattutto di scadenza pari a 20 o 30 anni) si stia già facendo sentire. I tassi sui mutui americani sono infatti saliti mediamente ai massimi livelli dall’agosto del 2009, in virtù di palpabili segni di ripresa della locale economia. Il resto lo sta facendo, come era d’altronde prevedibile, l’effetto comportamentale suscitato dalla prossima scadenza del beneficio fiscale, e l’incremento dell’offerta commerciale immobiliare riconducibile all’altissimo livello dei pignoramenti.

Stati Uniti, tassi sui mutui a 30 anni al 5,21%

Secondo quanto rivela uno studio anticipatore sull’ammontare dei tassi applicati sui finanziamenti degli istituti di credito statunitensi, il livello medio degli oneri percentuali sui capitali erogati sarebbe cresciuto alle massime soglie degli ultimi otto mesi, incrementando così il costo complessivo per gli acquirenti, e influenzando direttamente il volume delle richieste dei finanziamenti immobiliari per rifinanziamento e per acquisto.

Stando a quanto dichiara la compagnia finanziaria Freddie Mac, infatti, il tasso medio applicato sui finanziamenti a 30 anni sarebbe cresciuto a 5,21 punti percentuali durante la settimana terminata l’8 aprile, rispetto al 5,08% che fu riscontrato nel corso della settimana precedente. Si tratta del tasso più elevato dalla settimana conclusasi il 13 agosto 2009, come era prevedibile visti e considerati gli ultimi sviluppi del mercato.

Oltre che i tassi sui finanziamenti di così lunga scadenza, sono ovviamente cresciuti in contemporanea anche i tassi sui finanziamenti immobiliari di scadenze inferiori. A titolo di esempio, ricordiamo che secondo Freddie Mac il tasso medio applicato su un mutuo della durata di 15 anni è salito a 4,52 punti percentuali.

Regno Unito, maggiore fiducia sulla crescita dei prezzi

I prezzi delle proprietà immobiliari ad uso abitativo nel Regno Unito incrementeranno di circa 5,7 punti percentuali nei prossimi sei mesi, nonostante si profili un probabile periodo di restringimento delle maglie creditizie da parte degli istituti bancari locali. A sostenerlo è stato, negli scorsi giorni, il sito web di riferimento nel mercato immobiliare britannico Zoopla.co.uk, che ha condotto un interessante sondaggio sul sentimento dei proprietari immobiliari.

Secondo quanto rivela Zoopla (che ha condotto l’analisi intervistando 6.877 persone tra il 15 marzo e il 23 marzo), l’81% dei soggetti contattati avrebbe dichiarato che i valori delle proprietà immobiliari ad uso abitativo nei propri quartieri subiranno un incremento; circa la metà dei soggetti intervistati ha inoltre dichiarato di non riscontrare maggiori difficoltà ad ottenere un mutuo rispetto al trimestre precedente, mentre quasi un intervistato su tre ha ammesso di rilevare criticità più ampie nel compimento di simili operazioni finanziarie.

Nicholas Leeming, direttore commerciale del sito web, ha dichiarato in un comunicato stampa allegato che nel corso dei prossimi mesi il problema maggiore da affrontare (e che potrebbe influenzare negativamente la ripresa delle attività nel mercato immobiliare locale) sarà la carenza di disponibilità da parte degli istituti bancari a erogare ingenti quantità di denaro a supporto delle richieste di finanziamento, specialmente per quanto riguarda gli acquirenti di una prima casa.

Stati Uniti, la situazione dei preliminari di vendita – feb 2010

Rispetto a quanto precedentemente atteso, un numero sorprendentemente elevato di cittadini americani hanno siglato degli accordi preliminari di compravendita durante il mese di febbraio, dimostrando così di volersi impegnare in un prossimo acquisto di una proprietà immobiliare ad uso abitativo.

A evidenziare tale aspetto in maniera piuttosto chiara è stata, nel corso delle scorse giornate, la National Association of Realtors con sede a Washington, che ha dichiarato come l’indice che misura i preliminari di vendita sia salito di 8,2 punti percentuali durante il secondo mese dell’anno, realizzando quello che, di fatto, è il secondo miglior incremento storico nelle rilevazioni periodiche dell’ente, tenuto conto del record registrato ad ottobre del 2001.

Secondo gli analisti della stessa National Association of Realtors, il dato sarebbe in grado di cancellare il brusco passo indietro rilevato a gennaio, quando l’indice retrocesse di 7,8 punti percentuali, e dimostrerebbe soprattutto l’effetto degli incentivi governativi sui comportamenti dei cittadini americani.

Regno Unito, espansione dell’industria delle costruzioni – mar 2010

Nel Regno Unito l’attività dell’industria delle costruzioni edili ha subito un’espansione, durante il mese di marzo, per la prima volta in due anni. A sostenere tale considerazioni è stata negli scorsi giorni la società di ricerca Markit Economics, che ha condotto un periodico monitoraggio sull’evoluzione del settore delle costruzioni di proprietà immobiliari insieme alla locale Chartered Institute of Purchasing and Supply.

Il sito web di Markit Economics, infatti, ha pubblicato i nuovi dati relativi all’indice che misura l’attività dell’industria delle costruzioni. Si tratta di un indicatore che l’istituto di ricerca predispone sulla base di un periodico sondaggio svolto su un campione di manager del settore, e che ha dimostrato come durante il mese di marzo il valore abbia superato i 53 punti (qualsiasi valore oltre i 50 punti misura un’espansione delle attività), contro il 48,5 del mese di febbraio.

Come detto, si tratterebbe della prima crescita dell’indicatore dal mese di febbraio del 2008, quando prese il via una fase di contrazione dell’industria delle costruzioni che tuttavia sembra ora aver visto il termine. Gli analisti non sono però concordi nel sostenere con convinzione che possa trattarsi di una vera e propria inversione di tendenza nel medio periodo, riservandosi margine di incertezza a riguardo.