Rischio bolla immobiliare Italia

 Più volte (anche nelle ultime ore) ci siamo soffermati sul rischio di uno scoppio di una bolla immobiliare all’interno di alcuni tra i principali mercati mondiali. Un rischio che sta coinvolgendo trasversalmente tutto il mondo, visto e considerato che perfino il New York Times ha ipotizzato, nel breve termine, il rischio di una crisi del mattone nel mercato cinese, e visto e valutato che all’interno dei confini del vecchio Continente anche il real estate di Madrid sembra scricchiolare.

A parlare dei rischi dello scoppio di una bolla immobiliare italiana, e delle sue presumibili conseguenze, è stato il nuovo presidente di Monte dei Paschi di Siena Alessandro Profumo, che in una recente intervista ha dichiarato come nel Paese “non vi sia una bolla immobiliare di tipo speculativo come quella che si è verificata in Spagna”, poiché nella nostra nazione, essenzialmente, il patrimonio sarebbe composto “principalmente da prime case di proprietà delle famiglie e questo è un fattore di solidità”.

Nuda proprietà Milano

 Sono estremamente interessanti i dati pubblicati da La Repubblica – Milano in merito all’andamento della nuda proprietà, il contratto di vendita della proprietà della casa, pur con mantenimento del possesso dell’abitazione vita natural durante. Dati che evidenziano la sempre maggior preferenza di questa tipologia contrattuale, tanto che l’età anagrafica media di chi ricorre alla nuda proprietà è in rapida fase calante.

D’altronde, c’è poco da stupirsi. Le vendite di nuda proprietà – cresciute del 10% in pochi mesi – “sono il segno tangibile di come gli anziani siano costretti a sacrificare la propria casa pur di avere una liquidità che consenta loro di mantenersi” – afferma il sindacato pensionati della Cgil. Un introito, quello della nuda proprietà, che dipende dall’età di chi vende (e, pertanto, dal rapporto con l’aspettativa media di vita) e dal valore di mercato dell’immobile stesso.

Compravendite immobiliari secondo semestre 2011

 Tecnocasa ha pubblicato gli ultimi dati ufficiali e consolidati relativi all’andamento delle compravendite immobiliari nel corso della seconda parte del 2011. Analisi che evidenziano come nel corso del periodo sopra ricordato, più di tre acquirenti su quattro (il 78 per cento) abbia effettuato l’operazione di compravendita immobiliare per poter acquistare la propria abitazione principale, con una percentuale pari al 16,8 per cento relativa all’operazione di investimento (ovvero, l’immobile da concedere in affitto), e pari al 5,2 per cento per l’operazione di acquisto di una seconda casa da adibire a casa vacanza.

Se il mercato immobiliare è alimentato dalla volontà (o, meglio, dal desiderio) di comprare la prima casa, interpretata ancora oggi come investimento più importante della propria vita, è altrettanto vero che il dinamismo risulta essere fortemente rallentato dalle difficoltà dei cittadini a reperire un mutuo bancario utile per supportare l’operazione di compravendita immobiliare. Difficoltà sempre più evidenti, che generano uno slittamento in avanti dell’età media del mutuatario tipo.

Vendita case piccole in difficoltà

 Il segmento delle case piccole sembra subire gli effetti negativi della crisi economica finanziaria in maniera più grave rispetto a quanto accade alle abitazioni di maggiori dimensioni. A rivelarlo è una ricerca condotta nel Nord Italia, le cui considerazioni possono tuttavia essere estese a buona parte del territorio nazionale, dove le compravendite di abitazioni di piccola ampiezza sono in corso di diminuzione o di rallentamento.

Il quotidiano online Asse Sempione ha intervistato, in proposito, Carmelo Candore, notaio con studio nella provincia varesina, che per il territorio osserva come “il mercato sembra sostanzialmente tenere” sebbene “il 2011 sia stato un anno in cui le vendite immobiliari sono calate notevolmente”.

Acquistare casa a San Marino

 Non accenna a placarsi, a San Marino, la polemica generata dalla possibilità di aprire il mercato immobiliare anche agli stranieri. La coalizione Patto per San Marino, maggioranza nel Consiglio, ha ultimamente preso le distanze dalla proposta governativa di varare un provvedimento ribattezzato “immobili a chiunque”, mediante un ordine del giorno che impedisse l’eventuale organizzazione di un referendum abrogativo.

Ne ha parlato, riportando le parole di Zafferani (tra i principali propositori della variazione dell’originaria proposta) l’agenzia Dire Torre 1, che sul quotidiano Libertas afferma come “il settore immobiliare ha toppato. Il problema oggi sta nelle difficoltà dei piccoli artigiani del settore e nel fatto che la gran parte degli immobili invenduti sta nel bilancio delle finanziarie e del debito delle banche. E’ la bolla immobiliare. Dobbiamo trovare una soluzione per evitare l’improvviso ed eccessivo declino del settore, che comunque é destinato a declinare, ma serve un atterraggio morbido”.

Abitazioni invendute 2011

 Stando a quanto emerge da un recentissimo approfondimento curato da Scenari Immobiliari per il settimanale “Edilizia e Territorio” e riportato su il Sole 24 Ore, durante il 2011 sarebbero stati circa 130 mila gli alloggi invenduti da parte delle società di costruzione, tenendo in considerazione sia quelli già terminati, sia quelli già vendibili sulla carta. Un valore totale che il report definisce “consistente”, e che sarebbe pari a un quinto delle compravendite residenziali registrate nel 2011, con un trend in continuo aumento anche in questo inizio 2012.

A dichiarare quanto sia difficile l’attuale contesto è Mario Breglia, presidente di Scenari Immobiliari, che stima che il tasso di assorbimento (cioè la percentuale di alloggi nuovi acquistati, rispetto a quelli complessivamente offerti sul mercato) segnali un fortissimo peggioramento. “Siamo passati da un tasso di assorbimento dell’80% nel 2007” – sostiene Breglia – “a un tasso del 50% misurato negli anni tra il 2008 e il 2012, per arrivare infine al 35% di oggi”.

Prezzi case Napoli

 Secondo quanto ci riportano le ultime rilevazioni puntuali compiute sull’andamento delle quotazioni immobiliari delle case a Napoli, anche durante la seconda parte del 2011 i prezzi delle proprietà ad uso abitativo avrebbero subito una contrazione piuttosto significativa, pari al 3,3 per cento, che ha condotto l’intero 2011 a chiudere con quotazioni medie in calo del 5,5 per cento, contro la flessione del 3 per cento del 2010, quella del 6,1 per cento del 2009, quella del 6,8 per cento del 2008 e quella dell’1,6% nel 2007, primo anno di negatività nelle quotazioni del capoluogo campano.

A salvarsi da questa ondata di tagli dei prezzi sono state le quotazioni delle abitazioni della zona del Centro – Duomo, che hanno segnalato un lieve incremento dei valori di mercato sulle abitazioni usate e di media tipologia, tendenzialmente acquistate da parte di coloro che possiedono una discreta capacità di spendita e che pertanto non hanno dovuto accendere un finanziamento immobiliare ipotecario per poter acquistare la propria casa.

Sondaggio Bankitalia – Tecnoborsa sul mercato immobiliare

 E’ stato recentemente pubblicato il report relativo al secondo Sondaggio congiunturale sul mercato delle abitazioni in Italia, curato dalla Banca d’Italia e da Tecnoborsa in collaborazione l’Agenzia del Territorio. Stando a quanto emerge dall’analisi statistica condotta da Bankitalia, nel corso del primo trimestre 2012 la quota di agenti che hanno avuto modo di segnalare una diminuzione dei prezzi rispetto al trimestre precedente è stata pari al 69,1%, contro il 66,5% della precedente indagine, denotando pertanto una negativa crescita dell’elemento quantitativo e proporzionale, sintomatico di una maggior debolezza dei valori commerciali delle abitazioni.

In particolare, coloro che hanno dichiarato che le quotazioni sono aumentate sono stati pari a meno di 2 punti percentuali, relegati in una ristretta minoranza che lascia poco spazio all’interpretazione. Di conseguenza, è cresciuto in misura significativa il divario tra coloro che hanno risposto che i prezzi stanno aumentando, e coloro che invece hanno risposto che i prezzi stanno diminuendo, con un gap passato rapidamente da 65,9 punti della fine del 2011, ai 67,3 punti dell’inizio di questo nuovo, difficile anno per il mercato immobiliare italiano.

Mercato immobiliare Torino 2011

 Sono arrivati in consolidamento i dati ufficiali relativi all’andamento del mercato immobiliare torinese nel corso del 2011. Nello scorso anno, le quotazioni delle abitazioni del capoluogo piemontese sarebbero diminuite del 2,1%, dopo che nel 2010 erano riuscite a “chiudere” in territorio positivo, mostrando un leggero rialzo a quota 0,4 punti percentuali, che aveva a sua volta interrotto un biennio (il 2008 e il 2009) di forti flessioni.

In particolare, le zone centrali di Torino avrebbero registrato una discreta stabilità a partire dalla seconda parte del 2011, con un buon andamento dei prezzi che ha riguardato specialmente le zone di San Salvario – Valentino – Università, dove l’incremento della domanda e gli investitori che hanno garantito una buona richiesta di bilocali e trilocali senza ricorrere al mutuo, hanno contribuito a mantenere i prezzi su buoni livelli.

Immobiliare Italia: cresce la fiducia dei cittadini

 Il primo trimestre del 2012 ha segnato un prolungamento delle difficoltà da parte del mercato immobiliare italiano, e una crescita graduale della fiducia e dell’ottimismo dei cittadini italiani riguardo il futuro del settore. Dopo un semestre di sostanziale stagnazione – infatti – una recente ricerca afferma che il 49% degli italiani ritiene che sia un buon momento per effettuare un’operazione di acquisto della casa, contro una proporzione che qualche mese fa era congelata intorno ai 45 punti percentuali.

Ad ogni modo, la percentuale risulta essere significativamente inferiore rispetto al 54% di luglio 2011, agli albori del picco di maggiore gravità della crisi finanziaria. Altro dato statistico di sicuro interesse è inoltre relativo alla percentuale di coloro che invece ritengono che sia preferibile rimandare gli investimenti al 2013, in netta riduzione rispetto ai periodi temporali di principale riferimento.

Acquisto prima casa giovani: solo con l’aiuto dei genitori

 Oltre tre decimi delle transazioni di acquisto immobiliare abitativo riguarda giovani under 35. Peccato che la notevole proporzione di clientela meno anziana che procede al compimento della desiderata operazione di acquisto della prima casa non sia rappresentativa di una completa autonomia patrimoniale e reddituale da parte dei più giovani, quanto della possibilità e della volontà di aiutare i figli da parte dei relativi genitori.

A sostenerlo è una facile interpretazione dei dati forniti da un recente studio di Tecnocasa, secondo cui il 30,8% delle operazioni di acquisto della casa appartiene alla fascia di età compresa tra i 18 e i 34 anni, seconda solamente alla fascia di età tra i 35 e i 44 anni, che ha assorbito il 31,8% degli acquisti, e contro il 18,7% degli acquirenti di età anagrafica compresa tra i 45 anni e i 54 anni.

Crisi del mattone 2012

 Nelle ultime settimane abbiamo parlato diverse volte della crisi del mercato immobiliare italiano, ipotizzando differenti evoluzioni in materia. A preoccuparsi di quanto potrebbe accadere, nelle ultime ore, è stato anche uno speciale curato da La repubblica, che si interroga se, dopo il calo dei redditi reali, ora anche la casa (tra Imu e la fine della bolla di settore) possa cominciare a divenire una fonte di preoccupazione.

Come abbiamo più volte ricordato nelle ultime settimane, la “colpa” della crisi di settore è addossata all’imposta municipale unica, un balzello ben più pesante (soprattutto per quanto riguarda le seconde case) rispetto alla precedente imposta comunale sugli immobili. L’Imu – stando a quanto affermato dal direttore del Censis, Giuseppe Roma, potrebbe portare a una flessione dei prezzi tra il 20% – e il 50%. Un’affermazione sicuramente azzardata, contro la quale si sono scatenate numerose voci opposte, che contestano le modalità di calcolo dei dati Censis.

Cresce la fiducia sull’immobiliare italiano

 Nonostante le difficoltà economiche nazionali e internazionali, la fiducia sul mercato immobiliare italiano non sembra conoscere particolari criticità. Stando a quanto riferito da una recente indagine sul mattone tricolore, infatti, una nuova ventata di ottimismo avrebbe coinvolto gli operatori nel corso dei primi tre mesi del 2012, con una percentuale degli italiani che pensano che questo sia un buon momento per comprare casa che passa dal precedente 45% all’attuale 49%.

Ad ogni modo, i dati attuali sono sostanzialmente inferiori a quelli rilevati nell’estate 2011, quando la percentuale toccò il 54%: subito dopo quella rilevazione, la crisi internazionale toccò tuttavia il proprio apice, andando a condizionare le statistiche successive, fino a cancellare qualsiasi speranza di ripresa nel breve termine, ora manifestatasi grazie a una serie di determinanti concomitanti, che potrebbero tuttavia risentire del pagamento dell’Imu.

Investimenti immobiliari italiani ancora convenienti

 L’investimento nel mercato immobiliare italiano sarebbe ancora conveniente, nonostante la crisi di settore. A dirlo è una nuova ricerca condotta da un portale immobiliare specializzato, secondo cui il trend di crescita del real estate tricolore non sembra conoscere battute d’arresto, anche se il contesto generale dell’economia della Penisola non pare poter garantire un sostegno particolarmente deciso allo sviluppo del comparto del mattone.

Ad ogni modo, la ricerca si sofferma soprattutto sulle grandi città italiane, ricordando come, da Milano a Roma, da Firenze a Torino, passando per Napoli e Venezia, i prezzi delle case al metro quadro sarebbero in continua ascesa, con un vero e proprio record nel capoluogo piemontese, dove i valori commerciali delle abitazioni sarebbero cresciuti di 8,3 punti percentuali in un solo anno, a conferma dell’opinione complessiva di un sostanziale buon andamento del mattone metropolitano tricolore.