Rischio bolla immobiliare Italia

 Più volte (anche nelle ultime ore) ci siamo soffermati sul rischio di uno scoppio di una bolla immobiliare all’interno di alcuni tra i principali mercati mondiali. Un rischio che sta coinvolgendo trasversalmente tutto il mondo, visto e considerato che perfino il New York Times ha ipotizzato, nel breve termine, il rischio di una crisi del mattone nel mercato cinese, e visto e valutato che all’interno dei confini del vecchio Continente anche il real estate di Madrid sembra scricchiolare.

A parlare dei rischi dello scoppio di una bolla immobiliare italiana, e delle sue presumibili conseguenze, è stato il nuovo presidente di Monte dei Paschi di Siena Alessandro Profumo, che in una recente intervista ha dichiarato come nel Paese “non vi sia una bolla immobiliare di tipo speculativo come quella che si è verificata in Spagna”, poiché nella nostra nazione, essenzialmente, il patrimonio sarebbe composto “principalmente da prime case di proprietà delle famiglie e questo è un fattore di solidità”.

Bolla immobiliare Cina

 Se anche l’economia cinese sta rallentando, dando spazio alla formazione di margini di scoppio della bolla immobiliare nazionale, allora forse, la crisi economico finanziaria che si è abbattuta sul Pianeta, è la più grave da almeno 100 anni a questa parte. La Cina aveva garantito, negli ultimi anni, un ritmo di crescita pressochè invidiabile, e in grado di trascinare al rialzo le economie collegate e, tra queste, anche quelle occidentali, alle prese con una pericolosa instabilità statunitense prima, ed europea dopo.

Ora, però, qualcosa sta effettivamente mutando. A lanciare l’allarme, riprendendo non ben identificate “fonti governative di Pechino” è il New York Times, secondo cui il mercato immobiliare cinese sarebbe in procinto di cadere, come un castello di carta innalzato in un contesto troppo ventoso. Che poi, quelle del New York Times, siano solamente delle ipotesi utili per screditare la solidità del gigante asiatico, o siano effettivamente delle analisi fondate sull’economia reale, è tutto da dimostrare.

Multa mancato pagamento IMU

 Di IMU e pagamenti IMU abbiamo parlato tanto in queste ultime settimane, cercando di porre un po’ di chiarezza su un tema che è tutt’altro che facilmente affrontabile. Oggi, con la scadenza IMU oramai alle porte, cerchiamo di comprendere cosa potrebbe accadere in caso di mancato pagamento dell’imposta municipale unica, o suo ritardato versamento.

Una ipotesi che non sembra essere rara, visto e considerato che con la consolidata crisi economica, numerosi nuclei familiari non saranno in grado di pagare la nuova imposta municipale unica, che sostituisce la vecchia ICI inglobando una quota Irpef sui redditi da proprietà immobiliari. Fortunatamente, a spegnere i fuochi della preoccupazione, è giunto un recente calcolo effettuato dalla CGIA di Mestre, secondo cui la sanzione per il ritardato pagamento dell’IMU, rispetto alla complessiva imposta municipale dovuta, sia essenzialmente di scarsa consistenza.

Nuda proprietà Milano

 Sono estremamente interessanti i dati pubblicati da La Repubblica – Milano in merito all’andamento della nuda proprietà, il contratto di vendita della proprietà della casa, pur con mantenimento del possesso dell’abitazione vita natural durante. Dati che evidenziano la sempre maggior preferenza di questa tipologia contrattuale, tanto che l’età anagrafica media di chi ricorre alla nuda proprietà è in rapida fase calante.

D’altronde, c’è poco da stupirsi. Le vendite di nuda proprietà – cresciute del 10% in pochi mesi – “sono il segno tangibile di come gli anziani siano costretti a sacrificare la propria casa pur di avere una liquidità che consenta loro di mantenersi” – afferma il sindacato pensionati della Cgil. Un introito, quello della nuda proprietà, che dipende dall’età di chi vende (e, pertanto, dal rapporto con l’aspettativa media di vita) e dal valore di mercato dell’immobile stesso.

Compravendite immobiliari secondo semestre 2011

 Tecnocasa ha pubblicato gli ultimi dati ufficiali e consolidati relativi all’andamento delle compravendite immobiliari nel corso della seconda parte del 2011. Analisi che evidenziano come nel corso del periodo sopra ricordato, più di tre acquirenti su quattro (il 78 per cento) abbia effettuato l’operazione di compravendita immobiliare per poter acquistare la propria abitazione principale, con una percentuale pari al 16,8 per cento relativa all’operazione di investimento (ovvero, l’immobile da concedere in affitto), e pari al 5,2 per cento per l’operazione di acquisto di una seconda casa da adibire a casa vacanza.

Se il mercato immobiliare è alimentato dalla volontà (o, meglio, dal desiderio) di comprare la prima casa, interpretata ancora oggi come investimento più importante della propria vita, è altrettanto vero che il dinamismo risulta essere fortemente rallentato dalle difficoltà dei cittadini a reperire un mutuo bancario utile per supportare l’operazione di compravendita immobiliare. Difficoltà sempre più evidenti, che generano uno slittamento in avanti dell’età media del mutuatario tipo.

Affitto case Lombardia

 Sono state pubblicate le ultime stime in merito all’andamento dei canoni di locazione in Lombardia. Dati che confermano quanto era nell’aria da almeno due semestri, e che aggravano l’evidenza di una situazione decrescente per quanto concerne gli affitti delle abitazioni della regione.

In maniera più precisa, nel corso del secondo semestre del 2011 i canoni di locazione avrebbero registrato una contrazione dell’1,2 per cento sui bilocali e dell’1,3 per cento sui trilocali. Nelle grandi città, la contrazione è stata pari all’1,4 per cento per i bilocali e all’1,7 per cento per i trilocali.

Affitto casa Padova

 Un recente studio condotto da Tecnocasa segnala come i canoni di locazione per i trilocali, a Padova, sarebbero diminuiti del 2 per cento. Grazie anche a questa nuova contrazione degli affitti a Padova, la città si conferma tra le zone urbane meno care del Veneto per quanto concerne le locazioni. I prezzi, nel secondo semestre 2011, sarebbero calati mediamente dell’1 per cento, contro la flessione del 3,5 per cento di Verona, e la stabilità di Vicenza (a Venezia, nello stesso tempo, gli affitti sono cresciuti del 2 per cento).

Al calo degli affitti corrisponde altresì un incremento della domanda di locazione. Stando alla società ha condotto l’analisi, la motivazione sembra essere riconducibile alla maggiore crisi economica del 2011, che ha spinto molte giovani coppie e famiglie a rimandare a tempi più propizi l’operazione di compravendita, preferendo – almeno per il momento – le operazioni di affitto della prima o della seconda casa.

Acquistare casa in Spagna

 Acquistare una casa in Spagna? Con la crisi economico finanziaria e le difficoltà della valuta unica europea, fare affari nel mercato immobiliare iberico potrebbe diventare sempre più conveniente. A patto di avere la liquidità necessaria per poter effettuare operazioni di impiego in un mercato immobiliare straniero, visto e considerato che non è possibile iscrivere un’ipoteca su immobile straniero (pertanto, l’accesso a un mutuo per acquisto casa straniera dovrà passare attraverso l’iscrizione ipotecaria su immobile presente in Italia e già in proprietà del mutuatario).

Ad ogni modo, ad acquistare casa in Spagna sono sempre più persone. Basti dare un’occhiata agli ultimi dati diffusi dall’Ordine dei “registratori” di proprietà, secondo cui nel corso del primo trimestre le compravendite di unità abitative nel Paese iberico sarebbero cresciute del 21,9% rispetto al trimestre precedente, con 92.211 transazioni. I dati indicano pertanto un deciso recupero relativo alle transazioni a fronte delle cadute degli ultimi trimestri.

Vendita case piccole in difficoltà

 Il segmento delle case piccole sembra subire gli effetti negativi della crisi economica finanziaria in maniera più grave rispetto a quanto accade alle abitazioni di maggiori dimensioni. A rivelarlo è una ricerca condotta nel Nord Italia, le cui considerazioni possono tuttavia essere estese a buona parte del territorio nazionale, dove le compravendite di abitazioni di piccola ampiezza sono in corso di diminuzione o di rallentamento.

Il quotidiano online Asse Sempione ha intervistato, in proposito, Carmelo Candore, notaio con studio nella provincia varesina, che per il territorio osserva come “il mercato sembra sostanzialmente tenere” sebbene “il 2011 sia stato un anno in cui le vendite immobiliari sono calate notevolmente”.

Acquistare casa a San Marino

 Non accenna a placarsi, a San Marino, la polemica generata dalla possibilità di aprire il mercato immobiliare anche agli stranieri. La coalizione Patto per San Marino, maggioranza nel Consiglio, ha ultimamente preso le distanze dalla proposta governativa di varare un provvedimento ribattezzato “immobili a chiunque”, mediante un ordine del giorno che impedisse l’eventuale organizzazione di un referendum abrogativo.

Ne ha parlato, riportando le parole di Zafferani (tra i principali propositori della variazione dell’originaria proposta) l’agenzia Dire Torre 1, che sul quotidiano Libertas afferma come “il settore immobiliare ha toppato. Il problema oggi sta nelle difficoltà dei piccoli artigiani del settore e nel fatto che la gran parte degli immobili invenduti sta nel bilancio delle finanziarie e del debito delle banche. E’ la bolla immobiliare. Dobbiamo trovare una soluzione per evitare l’improvviso ed eccessivo declino del settore, che comunque é destinato a declinare, ma serve un atterraggio morbido”.

Consumo energetico case

 Secondo quanto afferma il ministero dello Sviluppo Economico, gli edifici italiani sarebbero responsabili del 35,9% di tutto l’inquinamento prodotto nel Paese. Considerato che l’Italia è a sua volta responsabile del 17,5% delle emissioni di co2 imputabili agli usi energetici del comparto abitativo europeo (per il contributo più elevato tra gli Stati membri, dati Eurima), ne consegue che cercare di perseguire un significativo risparmio energetico abitativo diviene una determinante fondamentale per abbassare i costi energetici internazionali.

Secondo le stime Enea, in Italia vi sarebbero circa 32 milioni di unità abitative (12,1 milioni di edifici residenziali), con una richiesta di 32 miliardi di euro di spesa energetica complessiva annua. Escludendo le nuove costruzioni, maggiormente attente all’analisi energetica, solamente una fetta scarsamente significativa (circa il 5- 7%) rientrerebbe nelle classi energetiche A, B e C, quelle più efficienti, con consumi inferiori a 75 kWh / mq all’anno.

Prezzi box auto Milano

 Sono negative, secondo quanto affermano alcune recenti ricerche, le conseguenze derivanti dall’introduzione dell’Area C a Milano, che ha imposto un ticket d’ingresso quotidiano a tutti i veicoli diretti all’interno della cerchia dei Bastioni. Stando infatti a quanto riporta un’analisti statistica su tale segmento immobiliare, i prezzi di vendita dei box auto collocati all’interno dell’Area C, da inizio dell’anno ad oggi, sarebbero diminuiti già del 18 per cento, mentre i canoni di locazione sarebbero contemporaneamente diminuiti del 10 per cento.

Lo studio condotto nelle ultime settimane ha altresì confrontato i prezzi medi del mese di dicembre (cioè, quelli immediatamente precedenti all’introduzione della congestion charge), con quelli attuali. La correzione dei valori è stata più che evidente, visto e considerato che a fronte di una flessione generale del 7 per cento dei prezzi medi richiesti per l’acquisto di un box a Milano, i garage e i posti auto compresi all’interno del perimetro dell’Area C avrebbero accusato un deprezzamento maggiore, pari a una media del 18 per cento, con punte superiori al 23 per cento per l’area intorno a Corso Italia.

Abitazioni invendute 2011

 Stando a quanto emerge da un recentissimo approfondimento curato da Scenari Immobiliari per il settimanale “Edilizia e Territorio” e riportato su il Sole 24 Ore, durante il 2011 sarebbero stati circa 130 mila gli alloggi invenduti da parte delle società di costruzione, tenendo in considerazione sia quelli già terminati, sia quelli già vendibili sulla carta. Un valore totale che il report definisce “consistente”, e che sarebbe pari a un quinto delle compravendite residenziali registrate nel 2011, con un trend in continuo aumento anche in questo inizio 2012.

A dichiarare quanto sia difficile l’attuale contesto è Mario Breglia, presidente di Scenari Immobiliari, che stima che il tasso di assorbimento (cioè la percentuale di alloggi nuovi acquistati, rispetto a quelli complessivamente offerti sul mercato) segnali un fortissimo peggioramento. “Siamo passati da un tasso di assorbimento dell’80% nel 2007” – sostiene Breglia – “a un tasso del 50% misurato negli anni tra il 2008 e il 2012, per arrivare infine al 35% di oggi”.

Prezzi case Francia

 Anche se qui sul nostro sito ci concentriamo prevalentemente su ciò che accade a casa nostra, non disdegniamo i periodici approfondimenti su quanto invece succede sui principali mercati immobiliari internazionali. Torniamo oggi a parlare del real estate francese, che più volte abbiamo commentato in maniera positiva per quanto concerneva le quotazioni e le compravendite in corso a Parigi, e che ora genera negli osservatori un minimo di preoccupazione circa la tenuta delle basi fondamentali sul breve e medio termine.

Secondo quanto infatti affermano diverse analisi riportate nelle ultime ore, la mancanza di fiducia nell’economia locale e internazionale, oltre a instabili capacità di spendita, stanno conducendo il mercato immobiliare francese verso una strada piuttosto buia e, di conseguenza, gli istituti di credito principali finanziatori del real estate transalpino in una condizione di forte incertezza finanziaria.