previsioni

Cina, la Banca Mondiale lancia nuovo allarme

La Banca Centrale Cinese ha dichiarato che il Paese ha urgente necessità di porre un freno alla fortissima crescita dei prezzi delle proprietà immobiliari ad uso abitativo della nazione, che specialmente in alcune località metropolitane hanno raggiunto dei ritmi di incremento davvero notevoli (basti considerare lo sviluppo dei prezzi, superiore al 50% su base annua, di Hainin e dintorni).

La preoccupazione della massima istituzione monetaria del Paese asiatico è presto giustificata: il timore non è solamente relativo alla possibile creazione di una bolla di settore, ma è soprattutto quello legato a un “contagio” di tale forte crescita dei prezzi dal settore immobiliare agli altri settori, anche non direttamente collegati a quello del real estate, con le ovvie conseguenze in termini inflazionistici.

Il settore immobiliare è d’altronde uno dei settori trainanti dell’economia cinese, e allo stesso sono attribuibili buona parte delle colpe del possibile (e probabile) errore di valutazione del target inflazionistico da parte del governo cinese. Pechino aveva infatti auspicato che durante il 2010 l’inflazione potesse rimanere al di sotto del 3%. Attualmente, i dati al 31 maggio ci comunicano invece che l’inflazione è già al 3,1%, e che il trend dovrebbe altresì inasprirsi con il passare dei mesi.

Regno Unito, il mercato immobiliare si rafforza – RICS

Smentendo parte delle analisi concomitanti sullo stesso oggetto di osservazione, uno studio della Royal Institution of Chartered Surveyors dichiara che i prezzi delle proprietà immobiliari ad uso abitativo nel Regno Unito sarebbero cresciuti ancora, durante il mese di maggio, giungendo ai massimi livelli mai riscontrati dal monitoraggio dell’Istituto negli scorsi quattro mesi, grazie a una ripresa significativa della domanda di settore.

Il numero di agenti immobiliari contattati dal Royal Institution of Chartered Surveyors, che hanno dichiarato che i prezzi delle case hanno ecceduto quanto precedentemente stimato delle rispettive associazioni o società è calato di 22 punti percentuali, contro i 19 di aprile. La proporzione degli agenti immobiliari che ha inoltre dichiarato che il proprio portafoglio case avrebbe subito un aumento è invece salita da 11 punti percentuali agli attuali 21 punti percentuali.

L’Istituto sembra pertanto aver riscontrato una buona dose di fiducia da parte degli operatori del settore, che dovrebbe farsi più incisiva una volta superato lo “scoglio” estivo.

Stati Uniti, l’immobiliare dipenderà dall’occupazione – Harvard

Un report condotto dall’Università di Harvard sostiene che la crescita dell’occupazione sarà il fattore chiave per lo sviluppo del mercato immobiliare statunitense, che potrà estendersi sul medio periodo – e pertanto ben oltre l’esaurimento dello stimolo derivato dalla previsione del beneficio fiscale governativo – solamente nell’ipotesi di significativo miglioramento delle condizioni del mercato del lavoro.

L’elevato tasso di disoccupazione che sta caratterizzando lo scenario occupazione statunitense, sta infatti altresì mantenendo su soglie eccessive il volume di pignoramenti, scoraggiando il mercato immobiliare dalla formazione di una domanda duratura e sostenibile nel futuro non a breve termine.
 
Il tasso di disoccupazione negli Stati Uniti è sceso nel corso dello scorso mese, ma è ben lungi dal poter annoverare un equilibrio ottimale. Il livello dei disoccupati è infatti pari a 9,7 punti percentuali a maggio 2010, contro i 9,9 punti percentuali del mese di aprile, come confermato dal Dipartimento del Lavoro nello scorso report datato 4 giugno. Per l’intero 2010, è probabile che il tasso di disoccupazione possa assestarsi intorno ai 9,6 punti percentuali, che rappresenterebbe il livello più elevato dal 1983.

Regno Unito, prezzi delle case inaspettatamente in calo

I prezzi delle proprietà immobiliari del Regno Unito sono inaspettatamente diminuiti nel mese di maggio 2010, per il secondo mese consecutivo. A dirlo è la società di consulenza del real estate Halifax, secondo cui un numero crescente di persone avrebbe espresso il desiderio di monetizzare l’investimento immobiliare, immettendo nel mercato la propria unità abitativa, e trasformando così in liquidità la casa di proprietà.

Halifax, divisione mutui della Lloyds Banking Group, ha infatti annunciato che il costo medio di un’abitazione è calato di 0,4 punti percentuali rispetto al mese di aprile 2010, giungendo a quota 167.570 sterline (pari, al cambio attuale, a 245.875 sterline). Gli economisti avevano invece predetto, in media, un incremento dei valori di 0,3 punti percentuali; su base annua, i prezzi sono invece in crescita di 5,3 punti percentuali.

Nonostante i consuntivi di Halifax abbiano sorpreso gran parte degli osservatori, gli analisti della stessa compagnia hanno espresso serenità, sostenendo che questa altalena nei valori immobiliari continuerà per l’intero 2010, e che alla fine il saldo dei prezzi delle proprietà ad uso abitativo sarà quello di una parità rispetto ai valori riscontrati all’inizio di questo esercizio finanziario.

Regno Unito, la crescita dei prezzi continuerà ancora

Nel Regno Unito i prezzi delle proprietà immobiliari ad uso abitativo continueranno a crescere nel corso dei prossimi mesi, tornando ai massimi livelli degli ultimi due anni. Secondo quanto rivela la Nationwide Building, infatti, i valori delle case nel mese di maggio avrebbero toccato un nuovo record post-crisi, mantenendosi su ottimi livelli a causa di una scarsità evidente nell’offerta di unità immobiliari del segmento.

Stando alla società che ha condotto la stima, infatti, nel mese di maggio il costo medio di un’abitazione sarebbe cresciuto di mezzo punto percentuale rispetto a quanto rilevato nel mese di aprile, giungendo su quota 169.162 sterline (pari, al cambio attuale, a circa 248 mila dollari). Si tratterebbe, se i dati dovessero essere confermati, del livello più elevato dal mese di luglio del 2008, e di una diminuzione del gap rispetto al picco di ottobre 2007 oramai compresso in 9,5 punti percentuali.

A tal proposito, Martin Gahbauer, chief economist di Nationwide Building Society, ha dichiarato che “le condizioni del mercato immobiliare rimangono caratterizzate da bassi volumi di transazioni, e una relativa scarsità di proprietà in vendita”. L’attuale flusso di immobili abitativi finiti in vendita, ha poi proseguito l’economista della società di consulenza, è sufficiente per spingere al rialzo i prezzi delle case.

Dubai, ancora pericoli per i prezzi delle case

Secondo quanto ha riferito in un recentissimo intervento l’istituto di credito svizzero Credit Suisse, i prezzi delle proprietà immobiliari ad uso abitativo dell’area di Dubai – già dimezzatisi rispetto ai massimi conseguiti a metà del 2008 – potrebbero presto subire un nuovo tracollo. Gli analisti della banca ritengono infatti che entro la fine dell’anno i valori abitativo potrebbero deprezzarsi di una percentuale compresa tra i 15 e i 20 punti percentuali.

Alla base di queste considerazioni vi sarebbe la ripresa delle attività immobiliari: in altri termini, numerosi cantieri starebbero per ultimare i propri lavori, immettendo nel mercato immobiliare delle case in grande quantità, che contribuirebbero ad arricchire la già vasta offerta di settore, trascinando al ribasso i prezzi delle case già presenti nello stesso mercato. Nel 2011 è inoltre previsto un picco di “sovra-fornitura” di case nel mercato immobiliare locale, con dei prezzi delle unità residenziali destinate così a subire ulteriori flessioni.

Stati Uniti, buoni dati dalla vendita di case usate

 

Nel mese di aprile le compravendite di case non nuove sono cresciute di una proporzione inaspettata nel mercato immobiliare statunitense: stando a quanto rivela la National Association of Realtors, infatti, l’incremento è stato di 7,6 punti percentuali, per un volume annualizzato di 5,77 milioni di unità. Un dato sicuramente molto positivo, che tuttavia contiene aspetti sui quali vale la pena di soffermarsi.

Ricordiamo infatti come il 30 aprile 2010 fosse l’ultimo giorno utile per presentare la domanda finalizzata all’ottenimento del beneficio fiscale di 8 mila dollari che l’amministrazione governativa statunitense aveva riservato per i potenziali acquirenti di una prima casa. È pertanto probabile che verso l’avvicinarsi di quella data siano stati anticipati discreti volumi di transazioni di compravendita di immobili abitativi.

Un altro dato sembra inoltre candidarsi per poter influenzare in maniera significativa i prezzi delle case nel corso delle prossime settimane. Rileviamo infatti come il numero di case presenti sul mercato sia cresciuto ulteriormente, spinto da un’offerta particolarmente rinvigorita negli ultimi giorni. Questo, insieme all’incrementante volume di pignoramenti immobiliari, potrebbe influenzare al ribasso i valori delle proprietà abitative.

Gli analisti sembrano tuttavia abbastanza ottimisti circa il futuro andamento del mercato immobiliare per quanto riguarda il volume di transazioni concluse. È tuttavia necessario che, per avverare le aspettative più positive, due determinanti siano verificate agevolmente nei prossimi mesi.

Regno Unito, prezzi di aprile in calo secondo Halifax

Secondo quanto dichiara un recentissimo studio condotto dalla società Halifax, i prezzi delle proprietà immobiliari ad uso abitativo del Regno Unito sarebbero calati, durante il mese di aprile, rispetto al livello riscontrato nel precedente mese di marzo. I dati consuntivi diramati da Halifax sembrano pertanto confermare le stime preliminari diffuse nel corso dei giorni precedenti, non apportando particolari sorprese alle considerazioni già valutate.

La ragione principale di questa evoluzione sarebbe riconducibile alla decisione, di un numero crescente di persone, di immettere nel mercato le proprie proprietà immobiliari residenziali, con la conseguenza di aver incrementato le file dell’offerta, spingendo così al ribasso i valori economici delle realtà abitative in Inghilterra e in Galles.

Il costo medio di un’abitazione è così calato di 0,1 punti percentuali ad aprile rispetto al mese di marzo, toccando quota 168.202 sterline. Su base annua, la divisione mutui del gruppo Lloyds Banking ricorda nel comunicato e-mail diffuso ai media che i prezzi si dimostrano in netto aumento, in sviluppo di ben 8,7 punti percentuali.

Arabia Saudita, crescita lenta secondo Credit Suisse

Il mercato del real estate dell’Arabia Saudita crescerà, con molte probabilità, a ritmi molto lenti, perfino più contratti di quelli precedentemente attesi. Lo dichiara in un recente studio l’istituto di credito Credit Suisse, che sembra particolarmente preoccupato dall’attuale livello dei prezzi delle proprietà immobiliari locali, certamente troppo elevato per risultare compatibile con le esigenze di una crescita sostenibile dell’immobiliare saudita.

Secondo Credit Suisse, inoltre, un’altra determinante che potrebbe provocare evidenti squilibri nella crescita del mercato immobiliare dell’Arabia Saudita è costituito da un gap tra la domanda e l’offerta di finanziamenti per scopi immobiliari, che potrebbe diventare sempre più evidente nel corso dei prossimi 2 o 3 anni, quando la richiesta di appartamenti diventerà maggiormente insistente nei principali centri sauditi.

L’Arabia Saudita è infatti il Paese con la popolazione più ampia dei sei che compongono l’area del Golfo: le stime demografiche indicano che la nazione raggiungerà i 2 milioni di persone entro il 2014, e che quasi il 60% di queste avranno un’età inferiore ai 20 anni e, presumibilmente, vorranno acquistare una propria prima casa, incrementando in maniera esponenziale le domande di mutuo e di proprietà abitative.

Considerazioni Citigroup sulla bolla immobiliare cinese

Citigroup, una delle quattro principali banche degli Stati Uniti, ha dichiarato di osservare con particolare attenzione al mercato immobiliare residenziale cinese, nel quale è possibile evidenziare la formazione di un pericolo “molto reale” di una bolla di settore, che sta preoccupando da diverso tempo anche il governo locale, impegnato su più fronti a fronteggiare quella che sembra una inarrestabile crescita dei prezzi dei valori abitativi.

Secondo quanto rivela Thomas Flexner, responsabile internazionale di Citigroup per il real estate, la Cina starebbe prendendo confidenza con la serietà delle condizioni del proprio mercato immobiliare, e gli stessi mercati finanziari starebbero iniziando a credere con maggiore convinzione ai pericoli che potrebbero diventare realtà a causa degli atteggiamenti ultra speculativi troppe volte evidenziati nel mercato cinese anche sulle pagine del nostro blog.

I dati relativi al mese di marzo del 2010 ci dicono infatti che i prezzi delle proprietà immobiliari della Cina sono cresciuti di ben 11,7 punti percentuali, con uno sviluppo medio di 25 punti percentuali su base annua.

Cina, previsioni contrastanti da BNP sui prezzi delle case

Secondo uno studio pubblicato da BNP Paribas nei prossimi giorni, i prezzi delle proprietà immobiliari ad uso abitativo in Cina potrebbero subire un forte calo nel corso della seconda metà dell’anno. Il decremento stimato dall’istituto di credito transalpino sarebbe davvero significativo, e in controtendenza con la maggioranza delle previsioni sull’andamento del real estate del Paese più popoloso d’Asia.

BNP Paribas ha infatti previsto che i prezzi immobiliari cinesi possano diminuire anche di 20 punti percentuali nel secondo semestre dell’anno, dando pertanto fiducia alle iniziative che il governo centrale di Pechino sta realizzando per cercare di ridurre le concessioni creditizie (specialmente per acquisti di terze case), incrementare i lotti di terreno da edificare e imporre nuove tasse sulle proprietà immobiliari relative alle seconde case.

Il governo cinese ha infatti imposto agli istituti di credito operanti in diverse zone del Paese di non concedere più alcun finanziamento immobiliare relativo al sostenimento di operazioni di acquisto di terze case, nella speranza di ridurre gli intenti speculativi degli investitori nel real estate delle principali aree metropolitane, allettati da ritmi di crescita dei prezzi da tempo superiori ai 10 punti percentuali annui.

Regno Unito, prezzi delle case oltre le stime – apr 2010

Nationwide Building Society rivela che i prezzi delle proprietà immobiliari ad uso abitativo in Regno Unito sarebbero cresciuti ad un ritmo pressoché doppio rispetto alle stime degli economisti. Il dato, che si riferisce al mese di aprile appena terminato, sarebbe una diretta conseguenza delle ristrettezze dell’offerta di settore, che sta persistendo con modalità inaspettate per la maggioranza degli osservatori.

Di conseguenza, secondo le stime di Nationwide Building Society il costo di una proprietà immobiliare ad uso abitativo è cresciuta di un punto percentuale rispetto al mese di marzo, toccando quota 167.802 sterline. Le previsioni più attendibili discutevano invece di un incremento dei valori delle proprietà abitative nell’orbita di uno 0,4 – 0,5 punti percentuali.

Rispetto al livello rilevato nello stesso periodo dello scorso anno, i prezzi sono superiori di 10,5 punti percentuali, sebbene rimangono inferiori ancora in doppia cifra (- 10%) rispetto al picco toccato dal mercato immobiliare del Regno Unito in quello che appare essere un lontanissimo mese di ottobre 2007.

Stati Uniti, previsioni pessimistiche per i pignoramenti

Secondo quanto sostenuto dall’ultima ricerca di RealtyTrac, i pignoramenti negli Stati Uniti sarebbero cresciuti di ben 16 punti percentuali durante il primo trimestre rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Oltre 930 mila appartamenti sono stati oggetto di pignoramento, per provvedimenti che hanno colpito circa un proprietario di immobile ad uso abitativo su 138.

Il trend starebbe inoltre assumendo una piega peggiorativa, visto e considerato che il mese di marzo 2010, l’ultimo al quale si riferiscono i dati di RealtyTrac, è stato in assoluto il peggiore della breve storia del report della compagnia di analisi, che tiene traccia dei monitoraggi sui pignoramenti immobiliari degli Stati Uniti fin dall’inizio del 2005, e che ha pertanto osservato un rapido aggravamento nel corso degli ultimi anni.

I numeri ci dicono anche che, come era lecito attendersi, le persone più colpite sono quelle che hanno perso il lavoro nel corso degli ultimi due anni. Il tasso di disoccupazione, conferma il Dipartimento del Lavoro, non è cresciuto nel mese di marzo, rimanendo invariato a 9,7 punti percentuali. Non è tuttavia escluso che la soglia dei 10 punti percentuali possa essere nuovamente sfondata nel secondo trimestre.

Affitti in Australia in crescita del 10%

I canoni di locazione delle proprietà immobiliari ad uso abitativo in Australia potrebbero crescere di oltre il 10% nel 2010 a causa di un complessivo aumento dei prezzi dei beni e dei servizi legati al settore immobiliare. Lo dice, in una sua ricerca pubblicata pochi giorni fa, l’APM (Australian Property Monitors), che cura un periodico monitoraggio giudicato come uno sguardo molto attendibile sul real estate locale.

In particolare, l’APM sostiene che nei primi tre mesi dell’anno i canoni di locazione sarebbero cresciuti in media di 1,5 punti percentuali, con alcune aree in grado di compiere delle extra performance piuttosto significative: tra queste, ricordiamo, come evidenziato nello stesso comunicato allegato al report, che la zona di Darwin avrebbe riscontrato un incremento medio del 10% rispetto al trimestre precedente.

In generale, l’incremento dei canoni di locazione sembra aver preso una piega molto più significativa che in passato. L’osservazione è riscontrabile anche in numerose aree che negli ultimi mesi avevano rilevato un calo degli affitti, e che invece nel primo trimestre 2010 hanno goduto di una forte inversione di tendenza: anche in questo caso l’esempio emblematico ci è offerto dallo stesso comunicato che accompagna il report, e ricorda come l’area di Melbourne abbia posto fine a un lungo decremento dei canoni di locazione, durato 18 mesi.